(dal francese
de Baux). Famiglia nobile
italiana di origine provenzale. Alcuni membri parteciparono alla spedizione in
Italia meridionale di Carlo d'Angiò. ║
Bertrando: figlio di
Barral, ricevette in premio la contea di Avellino e da lui originò il
ramo dei
D. conti di Avellino. Tale ramo, che raggiunse la sua massima
potenza nel XIV sec., rimase sempre fedele agli Angioini e si estinse intorno al
1420. ║
Bertrando: figlio di un fratello di Barral, sposò
nel 1308 Beatrice d'Angiò, figlia di Carlo II, che gli portò in
dote la città di Andria. Da questa unione originò il ramo della
famiglia dei duchi d'Andria. Bertrando fu vicario di re Roberto a Roma, suo
consigliere e capitano generale (m. 1351). ║
Francesco: figlio del
precedente. Duca di Andria, acquistò grande importanza anche per la sua
sagace politica matrimoniale, con cui si legò sia ai d'Angiò, sia
agli Aragona di Sicilia. Fu un oppositore di Giovanna regina di Napoli (XIV
sec.). ║
Jacopo: figlio di Francesco e di Margherita
d'Angiò. Duca di Andria, ereditò da parte materna i titoli di
imperatore di Costantinopoli, di principe d'Acaia, signore di Albania e Romania.
In lotta contro la regina Giovanna, si pacificò col successore di lei
Carlo III, da cui ottenne Taranto e Corfù (m. 1384). ║
Guglielmo: fratello di Jacopo. Duca di Andria, unì ai possedimenti
della famiglia anche quelli del ramo dei conti di Avellino (XIV-XV sec.).
║
Francesco II: figlio di Guglielmo. Duca di Andria,
parteggiò per gli Aragonesi e fu premiato da Alfonso d'Aragona col titolo
di gran conestabile e parte delle terre tolte agli Orsini (XV sec.). ║
Pirro: figlio di Francesco II. Duca di Andria, fu gran conestabile.
Implicato nella congiura dei Baroni contro re Ferdinando, fu ucciso assieme agli
altri congiurati: con lui si estinse il ramo primogenito dei duchi d'Andria (m.
1486). ║
Isabella: figlia di Pirro e moglie di Federico I
d'Aragona, re di Napoli. ║ Rami collaterali della famiglia rimasero in
Francia, altri si trasferirono in Sardegna, Montenegro, Albania e Romania
durante i secc. XIV e XV.