Architetto, scultore, pittore e miniatore italiano.
Dagli Annali della Fabbrica del Duomo di Milano risulta operante nella stessa
fabbrica dal 1389 al 1398, come pittore all'inizio e come ingegnere stabile dal
1391. Oltre che del primo modello ligneo della cattedrale, al quale fecero
riferimento le successive varianti, fu artefice principale della parte orientale
del duomo e dei piloni, di capitelli a baldacchino, volte e finestroni. Delle
sculture rimaste nel duomo gli viene attribuita la
Samaritana al pozzo
(1396), sita sopra il lavabo della sacrestia di destra. La maggior parte delle
sue opere scultoree e pittoriche sono andate perdute; solo alcune pagine
disegnate e finemente miniate, arricchite da una fervida fantasia decorativa e
contraddistinte da eleganza di linee, restano a testimoniare la
sensibilità artistica di
D., che fu esponente di spicco del gotico
internazionale in Italia. Fra le sue realizzazione si segnalano soprattutto il
Taccuino conservato nella Biblioteca civica di Bergamo, il
Breviarium
Ambrosianum della Biblioteca Trivulziana di Milano e un
Ofiziolo
eseguito per Gian Galeazzo Visconti, la cui ultimazione fu però affidata
a Belbello (m. 1398).