Opera in prosa di Oscar Wilde, pubblicata postuma,
in parte nel 1905 e completa nel 1950. Venne composta in carcere, mentre
l'autore scontava la condanna seguita a un infamante processo. Wilde, che aveva
sempre disdegnato il dolore reputandolo uno svilimento dello spirito, si
trovò in tale occasione a pensare addirittura al suicidio. L'esperienza
del dolore gli schiuse un mondo fino ad allora ignorato. Ispirandosi in parte
alla
Vita di Gesù di Renan, l'autore compose quest'opera in cui
riconobbe la colpa commessa, mettendo a nudo la propria psicologia con uno stile
semplice e schietto.