Scrittore italiano. Compì gli studi presso
l'Istituto tecnico di Catania, città in cui dimorò stabilmente
tranne che per un periodo di dieci anni (1888-97) trascorso tra Milano e
Firenze. Considerato, insieme a Verga e a Capuana, uno dei maggiori esponenti
del Verismo italiano, dimostrò, fin dalle prime prove letterarie
(
Arabeschi, 1883), un'avversione al gusto romantico, che si
evidenziò sempre più chiaramente nel corso della sua
attività di scrittore. Fautore di un'arte esclusivamente realista,
D. si distinse per l'accurata ricostruzione storica dei suoi romanzi,
basata sulla ricerca di documenti. Verso il 1890, dopo l'incontro con lo
scrittore francese P. Bourget, si avvicinò ai metodi dello psicologismo,
riscontrabili nella sua ultima produzione. Legò il suo nome al capolavoro
I Viceré (1894) in cui, attraverso le vicende di una famiglia di
Catania, compose un affresco dell'aristocrazia siciliana, orgogliosa e gelosa
dei suoi privilegi, nel passaggio dal regime borbonico al nuovo Stato unitario.
In quest'opera, facendo proprie le istanze del Verismo,
D. mostrò
le sue doti di osservatore attento e di creatore di personaggi memorabili come
Don Basco. Tra le altre opere dell'autore ricordiamo:
La Sorte (1887),
Documenti umani (1888),
Processi verbali (1890),
L'albero della
scienza (1890),
L'illusione (1891),
Ermanno Raeli (1889),
Il rosario (1899),
La messa di nozze (1911),
L'imperio
(1929, postumo). Si ricordano infine alcuni scritti vari di psicologia e critica
letteraria, tra cui
Leopardi (1898) e
Come si ama (1900), oltre
agli scritti verghiani
Casa Verga apparsi postumi nel 1964 (Napoli 1861 -
Catania 1927).