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De Magistris, Luigi.

Uomo politico ed ex magistrato italiano, sindaco della città di Napoli. Laureatosi in Giurisprudenza, intraprese nel 1995 la carriera di magistrato. Dal 1998 al 2002 operò come Uditore Giudiziario presso la Procura della Repubblica di Napoli, per poi passare al Tribunale di Catanzaro come Sostituto Procuratore della Repubblica. Nel 2009 lasciò la magistratura candidandosi alle elezioni per il Parlamento europeo come indipendente nell'Italia dei Valori. Eletto europarlamentare, venne designato presidente della commissione del Parlamento Europeo preposta al controllo del bilancio comunitario. Nel corso dell'inchiesta "Why Not" (dal nome di una società di lavoro interinale la cui attività rappresenta uno dei filoni principali dell’indagine) D.M. fece eseguire dai carabinieri 26 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati, tra i quali Pietro Scarpellini, consulente "non pagato" della Presidenza del Consiglio. Nell’inchiesta risultavano indagati anche Luigi Bisignani, consulente della Ilte spa, ed il senatore Giancarlo Pittelli, di Forza Italia. Un ruolo centrale nella vicenda sarebbe stato svolto dall’imprenditore Antonio Saladino, il quale avrebbe avuto contatti con l’allora presidente della Commissione Europea Romano Prodi (contatti successivamente smentiti dalle inchieste). Negli atti dell’inchiesta figuravano anche alcune intercettazioni telefoniche riguardanti colloqui tra il ministro della Giustizia Clemente Mastella, la cui posizione è stata successivamente archiviata per insussistenza dei fatti, e l’imprenditore Antonio Saladino. Il ministro della giustizia aveva chiesto precedentemente il trasferimento di D.M., trasferimento che il CSM rimandò a dicembre 2007. Alla fine, sia D.M. che i suoi collaboratori furono rimossi dall’inchiesta. Il grave conflitto che ne seguì fra le Procure di Salerno e di Catanzaro determinò un caso nazionale che fece intervenire anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nell'ottobre 2007 l'avvocato generale dello Stato e procuratore generale reggente la procura di Catanzaro, Dolcino Favi, avocò a sé per presunta incompatibilità l’inchiesta, sottraendola a D.M.,il quale venne a conoscenza dell'iniziativa attraverso la stampa. Per attuare il provvedimento, Favi fece aprire la cassaforte dell'ufficio di D.M., a sua insaputa, prelevandone tutti gli atti d’inchiesta. Il magistrato partenopeo fece parlare di sé anche relativamente al caso denominato "Toghe lucane", volto a smascherare un "comitato d'affari" comprendente politici, magistrati, avvocati, imprenditori e funzionari che avrebbe gestito grosse operazioni economiche in Basilicata. Su richiesta di D.M., le Fiamme Gialle perquisirono nei primi mesi del 2007 le abitazioni e gli uffici del sottosegretario allo Sviluppo economico Filippo Bubbico (Ds), del procuratore generale di Potenza Vincenzo Tufano, dell'avvocato Giuseppe Labriola e della dirigente della squadra mobile di Potenza Luisa Fasano. Nel corso dell'inchiesta furono indagati uomini politici, amministratori, imprenditori, funzionari e magistrati in servizio in Basilicata. Il ministro della Giustizia Clemente Mastella chiese al Consiglio Superiore della Magistratura il trasferimento cautelare d'urgenza di D.M. per presunte irregolarità nella gestione del caso. Nell'aprile 2009 il Gip di Salerno Maria Teresa Belmonte fece prosciogliere D.M. (ormai dimessosi da mesi dall'incarico) dall'accusa di rivelazione di segreti d'ufficio e abuso d'ufficio dell'inchiesta. Per di più la Cassazione stabilì di non spostare la sede del procedimento. Dimessosi dalla Magistratura il 19 novembre 2009, poco dopo l'insediamento al Parlamento Europeo, nel febbraio 2011 si candidò a Sindaco di Napoli per le elezioni comunali di maggio, determinando le critiche e l'allontanamento del comico e ispiratore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, che aveva supportato la sua candidatura a parlamentare europeo. Sostenuto da IdV, Federazione della Sinistra, Partito del Sud e dalla Lista Civica Napoli è Tua, al primo turno elettorale risultò il secondo candidato, con il 27,52% delle preferenze, superando nettamente Mario Morcone (candidato del PD, 19% delle preferenze) e accedendo al ballottaggio contro Gianni Lettieri, candidato della coalizione di centro-destra (forte del 38,52% dei consensi al primo turno). D.M., pur rifiutando l'apparentamento formale con il Partito Democratico, venne eletto sindaco con il 65,37% dei consensi (n. Napoli 1967).