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De Iennaro, Iacopo.

Letterato e poeta italiano. Appartenendo alla nobiltà napoletana, ricoprì molte cariche ufficiali per la corte aragonese che gli consentirono la conoscenza di vari ambienti culturali. Fu membro dell'Accademia Pontaniana e autore di numerose opere sia in volgare sia in latino, molte delle quali ancora inedite, in cui sperimentò le diverse forme letterarie del suo tempo. Ricordiamo il Clepsimoginon, un poemetto in ottave di ascendente boccacciano e dedicato agli amori di Elena e Paride; il Dialogo chiamato Plutopenia (1471), contrasto fra le personificazioni di Povertà e di Ricchezza, con Onestà come giudice. Di maggior valore la Pastorale (1508), costituita da quattro ecloghe collegate da brani di prosa e riecheggiante lo stile di Sannazaro nella sua Arcadia, che narra allegoricamente la perdita da parte di D. del suo feudo delle Fratte. Le Sei etate della vita umana, sono sei cantiche in terza rima che narrano di un viaggio del poeta nell'aldilà e dei suoi incontri con personaggi del passato o contemporanei; di particolare interesse sono le notizie storiche e letterarie che si possono ricavare dall'opera, che d'altra parte è evidente testimonianza dell'influenza esercitata da Dante sulla letteratura del '400 in meridione. Infine citiamo il Canzoniere, composto per una nobile donna catalana di nome Bianca, in cui i modi e i temi amorosi rivestono forma petrarcheggiante, ma a cui, con gusto sincretistico, sono unite rime di tipo cortigiano, encomiastiche, descrittive ed eloquenti, rifacentesi a fonti e moduli diversi da quelli di Petrarca. Notevole la lingua utilizzata da D. in questi versi, documento di una sorta di koinè letteraria del Quattrocento italiano, configurantesi al di sopra dei dialetti (Napoli 1436-1508).