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De Capitani, Elio.

Regista, attore e autore teatrale e cinematografico italiano. Non ancora ventenne, nel 1973, entrò a far parte del Teatro dell'Elfo, dove per un decennio fu protagonista di numerosi spettacoli diretti da Gabriele Salvatores, tra i quali Pinocchio Bazaar (1975), Satyricon (1980) e Sogno di una notte d'estate (1981). Nel 1982 esordì come regista teatrale con una singolare versione italiana iperrealistica di Nemico di classe di Nigel Williams, uno spettacolo al quale parteciparono gli allora giovanissimi Paolo Rossi, Claudio Bisio e Antonio Catania, i futuri "comedians". Nominato regista stabile all'Elfo nel 1983, D. ne rivoluzionò il repertorio e lo stile, rivolgendo una particolare attenzione alla drammaturgia contemporanea, fino allora osteggiata da pubblico e critica. Nello stesso anno ebbe inizio il proficuo sodalizio artistico con Ferdinando Bruni, protagonista di tutti i successivi lavori di D. all'Elfo, con cui mise in scena gli autori più importanti del secondo Novecento teatrale, tra cui Botho Strauss (Visi noti sentimenti confusi, 1984) e Athol Fugard (L'isola, 1984) - che valsero al regista e all'Elfo il Premio UBU 1984 per la drammaturgia contemporanea -, Anton Cechov (Il lago, 1984), William Somerset Maugham (Il servo 1988), August Strindberg (I creditori, 1988), Frank Wedekind (Risveglio di primavera, 1990), Steven Berkoff (Alla greca, 1993), Albert Camus (Caligola, 1997), Rainer Werner Fassbinder (Le amare lacrime di Petra Von Kant, 1989, e La bottega del caffé, 1991, diretti a quattro mani con Ferdinando Bruni), Brad Fraser (Resti umani non identificati e la vera natura dell’amore, 1993, codiretto con Bruni, che suscitò grande clamore per la scabrosità dei temi trattati e per la crudezza del linguaggio fino a diventare spettacolo cult), Werner Schwab (Le presidentesse, 2000-06), Dario Fo (Morte accidentale di un anarchico, 2002-05), Giovanni Testori (La monaca di Monza, 2004), senza per questo tralasciare i classici (Sogno di una notte di mezza, 1987, e Amleto, 1994-99 di William Shakespeare; I due gemelli veneziani, 2001, di Carlo Goldoni). Nel 1985 D. scrisse un episodio di Amanti di Gabriele Salvatores, che vinse il Premio IDI a Taormina; nel 1995 mise in scena il suo primo testo teatrale scritto nel friulano materno di Casarsa, I Turcs tal Friul di Pier Paolo Pasolini, che fu insignito del Biglietto d'Oro per il Teatro 1996, e nel 1999 fece una nuova incursione nel mondo friulano con Tango americano di Rocco D’Onghia. Tornò nuovamente a Pasolini scegliendo la sua traduzione dal greco per l'allestimento dell'Orestea di Eschilo (1999-2001). Nel 2001 firmò la regia del Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi per la Fenice di Venezia. D. lavorò anche come attore nei testi teatrali Amleto di Shakespeare, da lui stesso diretto, Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov, per la regia di Ferdinando Bruni, e nei film Veleno (1993) di Bruno Bigoni, Apnea (2004) di Roberto Dordit, Il caimano (2006) di Nanni Moretti (n. Taleggio, Bergamo 1953).