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De Bosio, Gianfranco.

Regista italiano. Fondò negli anni Quaranta il Teatro Universitario di Padova, divenuto poi Teatro Ruzante, che egli stesso diresse attuando interessanti esperimenti di "teatro totale". Notevolissime le rappresentazioni di Un uomo è un uomo di Brecht e di La Moscheta del Ruzante. Dopo il 1953 si recò in Francia e in Germania per completare la sua preparazione e, verso la fine del 1954, diresse con Diego Fabbri la Compagnia del Nuovo Teatro in Roma, iniziando così la sua carriera professionistica. Nel 1958 assunse la direzione del Teatro Stabile di Torino, realizzando alcune opere, tra le quali ricordiamo: Bertoldo a corte di Dursi, Angelica di Ferrero, Il ballo dei ladri di Anouilh, Cesare e Cleopatra di Shaw, La resistibile ascesa di Arturo Ui di Brecht (1961), Le mani sporche di Sartre (1964), Se questo è un uomo di Levi (1966) e una serie di lavori del Ruzante tra cui I dialoghi (1965) e La Betia (1969). Nel 1963 si cimentò in campo cinematografico ottenendo il premio della critica e quello della Città di Venezia alla Mostra d'arte internazionale con il film Il terrorista. Nel 1968 assunse la sovrintendenza dell'Ente Arena di Verona (incarico che mantenne fino al 1998) chiamando all'Arena registi come Vilar, Squarzina e Ronconi. Per le stagioni liriche D. allestisce la tetralogia wagneriana e numerose opere di Verdi, senza tuttavia tralasciare il teatro per il quale realizza messinscene da Svevo (Un marito, 1983), Molière (L'avaro, 1992) e soprattutto da Goldoni (Le donne gelose, 1985; Le donne de casa soa, 1986; Le baruffe chiozzotte, 1988; La bottega del caffè, 1989). Ha inoltre diretto gli sceneggiati televisivi Mosè (1974) e Delitto di stato (1982) (n. Verona 1924).