Teologo protestante romeno. Passato dal
Cattolicesimo al Luteranesimo e, successivamente, dal Luteranesimo al
Calvinismo, fu nominato vescovo della comunità calvinista transilvana di
Kolozsvár. Si convertì, quindi, al Socianesimo: l'opera
De
falsa et vera unius Dei Patris Filii et Sancti Spiritus cognitione (1567)
segna la sua completa adesione alla dottrina antitrinitaria. Nel 1568, essendosi
il principe di Transilvania G. Sigismondo dichiarato apertamente favorevole
all'antitrinitarismo,
D. fu confermato capo della comunità di
Kolozsvár e fece della capitale transilvana il centro della nuova fede.
Egli andò assumendo una posizione sempre più radicale, così
che nel 1579 il suo estremismo antitrinitario venne condannato dallo stesso
Socino che invano si era adoperato per indurlo ad attenuare la sua posizione.
Imprigionato, trascorse alcuni mesi in carcere dove morì. I suoi seguaci
(gli
antitrinitari davidisti) rimasero uniti, diffondendosi anche in
Olanda e Inghilterra (Kolozsvár, od. Cluj-Napoca 1510 - Déva
1579).