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Daud, Mohammed Zadar Khan.

Uomo politico afghano. Appartenente alla famiglia reale (figlio di un fratello di re Nader Khan), fu destinato alla carriera politica ereditaria nella famiglia dei Mahammedzais. Nel 1934 fu nominato governatore della provincia di Kandahr e nel 1946 ambasciatore a Parigi. Nel 1950 divenne ministro della Difesa e nel 1953 ereditò la carica di primo ministro dallo zio Shah Mohammed. Nei dieci anni successivi tenne la direzione effettiva del Paese. Procedette all'ammodernamento del Paese, riorganizzando l'esercito, facendo elaborare un progetto di Costituzione e dando l'avvio a piani quinquennali, per i quali si avvalse della collaborazione e degli aiuti economici statunitensi e sovietici (questi ultimi, decisamente più consistenti, gli valsero il soprannome di "principe rosso"). Destituito nel 1963, conservò comunque una posizione di prestigio che gli consentì di ritornare al potere nel 1973. Dichiarato deposto il re che si trovava all'estero e proclamata la Repubblica, diede al Paese una nuova forma istituzionale, proclamandosi capo dello Stato e primo ministro e assumendo personalmente i ministeri degli Esteri e della Difesa. In politica estera si orientò verso il non-allineamento, sulla base del principio ufficialmente definito di "neutralità indipendente e pacifica, positiva e attiva", basata sulla non partecipazione ai patti militari, sul rispetto per la Carta delle Nazioni Unite, sul sostegno dei movimenti di liberazione. Nel 1978 venne ucciso durante un golpe filosovietico che rovesciò il suo regime (Kabul 1908-1978).