Dart, Raymond
1   INTRODUZIONE

Dart, Raymond (Brisbane 1893 – ? 1988), paleoantropologo australiano. Dopo essersi laureato in medicina a Sydney, si trasferì in Inghilterra, dove lavorò all’Università di Manchester presso il laboratorio del più noto neuroanatomista del tempo, Grafton Elliot Smith; quindi, nel 1922, diventò docente di anatomia presso l’Università di Witwatersrand a Johannesburg, in Sudafrica.

Nel 1924 Dart trovò, in una cava di calcare a Taung (Sudafrica), alcuni pezzi di un cranio di primate e fu in grado di ricostruirne la parte facciale e le mandibole; poiché il reperto sembrava riferirsi a un individuo in tenera età, esso fu soprannominato bambino di Taung. Lo studioso riteneva che si trattasse di una forma biologica intermedia tra le scimmie e l’uomo, appartenente a una specie non identificata in precedenza: denominò questo anello di congiunzione Australopithecus africanus.

2   L’ANELLO DI CONGIUNZIONE TRA SCIMMIA E UOMO

L’importanza della scoperta di Dart non fu immediatamente percepita, poiché la grande somiglianza tra il cranio delle scimmie e degli esseri umani giovani rendeva scettici gli altri antropologi. In quel periodo, l’antenato dell’uomo moderno era considerato il cosiddetto uomo di Piltdown (Eoanthropus dawsonii), riportato alla luce in Inghilterra tra il 1908 e il 1912. L’unico sostenitore delle idee di Dart era il paleontologo scozzese Robert Broom. Verso il 1930, il ritrovamento a Zhoukoudian (Cina), di numerosi reperti, ascritti al cosiddetto uomo di Pechino (Homo erectus o Sinanthropus pekinensis), contribuì a offuscare la scoperta di Dart. Lo studioso per alcuni anni smise di occuparsi di ominidi, e si dedicò nuovamente all’anatomia, ancora a Witwatersrand.

Il ritrovamento in Sudafrica di altri resti fossili di australopiteco, nel 1936 e nel 1947, relativi a individui adulti, portò gli studiosi a considerare nuovamente il reperto di Dart, e ad accettare la sua interpretazione di Australopithecus come “anello di congiunzione” tra scimmia e uomo. Negli anni Quaranta lo studioso australiano recuperò nella cava di Makapansgat (Transvaal, Sudafrica) numerosi resti fossili, di una specie che denominò Australopithecus prometheus, e che furono in seguito ricondotti alla specie Australopithecus africanus. Dart ipotizzò che quegli ominidi fossero molto violenti e che la loro aggressività fosse stata ereditata dall’uomo moderno. La teoria subì molte critiche e fu in seguito confutata; fece comunque notevole scalpore, tanto da ispirare la scena iniziale del film 2001: Odissea nello spazio (1968) del regista Stanley Kubrick.