Regione (11.750 kmq; 1.000.000 ab.) della penisola
balcanica divisa amministrativamente fra le tre Repubbliche di Croazia,
Bosnia-Erzegovina e Montenegro. La popolazione è concentrata per il 60%
nelle città costiere, dove sono attivi i porti e gli scali marittimi.
Città principali: Zara, il porto più importante della
D.;
Spalato, il maggior centro industriale; Arbe e Pago, importanti centri artistici
nelle rispettive isole; Ragusa. ● Geogr. - La
D. confina a Nord con
la catena del Velebit, a Sud con il fiume Boiana, a Est con le catene delle Alpi
Beble e Dinariche. Si estende lungo la costa prospiciente il Mar Adriatico e
comprende numerose isole (861) e isolotti distribuiti parallelamente alla costa,
di cui le principali sono l'Isola Lunga, Lesina, Curzola, Lagosta, Meleda. La
costa è pianeggiante e molto frastagliata, caratterizzata da profonde
insenature, dette valloni, che si allungano da Nord-Ovest a Sud-Est,
parallelamente ai rilievi. La zona interna è, invece, prevalentemente
montuosa, con cime che raggiungono i 1.500 m a Nord (catena del Velebit) e i
2.000 m al centro (Alpi Dinariche). I rilievi sono di natura calcarea e ricchi
di doline: pertanto risultano permeabili alle acque superficiali che vengono
assorbite e danno origine ad un'intensa circolazione sotterranea. I fiumi
principali sono la Cherca, la Zermagna, la Cetina e la Narenta. Il clima
è mediterraneo, con abbondanti precipitazioni che favoriscono lo sviluppo
di una ricca vegetazione. ● Econ. - Poco coltivabile per la natura
calcarea del terreno, la
D. produce essenzialmente viti, ulivi, tabacco,
frutta. Le vaste foreste della zona interna favoriscono l'industria del legno e
dei suoi derivati. Nell'interno si pratica inoltre l'allevamento del bestiame
(ovini, bovini). Lungo la costa, fruttuosa e redditizia è la pesca del
tonno e delle sardine. Il sottosuolo offre bauxite e rocce asfaltiche che
alimentano l'industria del cemento, dell'alluminio e stabilimenti chimici.
● St. - Abitata anticamente da Traci, Illiri e Celti, fu occupata dai
Greci dopo il IV sec. a.C. Conquistata dai Romani nel I sec. a.C., la
D.
costituì dapprima la provincia illirica dell'Impero e in seguito
Ottaviano ne fece una provincia senatoria (27 a.C.). Dopo una breve parentesi di
indipendenza (V sec.), fu assegnata ai Goti durante l'età bizantina, fu
invasa nel VII sec. dagli Avari e dagli Slavi e nell'VIII sec. subì le
devastazioni di Saraceni, Croati e Nerentani. Cadde quindi sotto l'influenza di
Venezia (XI sec.) che, dopo aver lottato a lungo con l'Ungheria per il possesso
della regione, riuscì ad ottenerla nel 1409 mediante il pagamento di
100.000 ducati a Ladislao, re di Napoli e d'Ungheria. Crollata nel 1797 la
Repubblica Veneta, in seguito alla Pace di Campoformio, la
D. venne
annessa all'Austria, a cui rimase, tranne durante la breve parentesi napoleonica
(1806-14), fino al 1914. Durante il Risorgimento si costituirono in
D. i
movimenti politici degli annessionisti croati e degli autonomisti, dai quali si
sviluppò in seguito l'irredentismo italiano. Nel 1915, con il patto di
Londra, la
D. venne promessa all'Italia, ma alla fine della prima guerra
mondiale il Trattato di Rapallo (1920) la assegnò alla Jugoslavia,
lasciando all'Italia solo le isole del Quarnaro e di Zara. Nel ventennio tra le
due guerre la regione fu teatro di incidenti e zona di attrito tra l'Italia e la
Jugoslavia fino a che, nel 1941, venne divisa tra il Regno di Croazia e
l'Italia. Rioccupata dai partigiani slavi nel 1945, passò definitivamente
alla Jugoslavia con il Trattato di pace del 10 febbraio 1947. Quando nel 1991 la
Federazione jugoslava si sciolse, la
D. risultò divisa fra
Croazia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro, secondo i vecchi confini federali, e fu
teatro di violentissimi scontri, specie a Zara e Dubrovnik
(V. CROAZIA). ● Arte - All'epoca
paleocristiana risalgono i resti di alcune
cellae memoriae e della
basilica di Manastirine nei pressi di Salona. Evidenti sono i richiami alla
coeva architettura ravennate (strutture murarie, valori spaziali), così
come sono rintracciabili influssi ravennati anche nella scultura (sarcofagi,
capitelli). Il periodo preromanico è testimoniato nella Rotonda di San
Donato a Zara (IX sec.), ma anche in piccoli edifici sacri quali la cappella di
Santa Croce a Nona e la chiesa di San Pietro a Zara, entrambe dell'XI sec.
Dall'XI sec. in poi cominciò a manifestarsi l'influenza veneziana,
dapprima unita a motivi dell'arte ravennate (San Donato di Zara), lombarda
(facciata della cattedrale di Zara) o veronese (portale del duomo di
Traù), poi più diretta e predominante (battenti lignei del duomo
di Spalato, 1214) specialmente con l'introduzione delle forme decorative tipiche
del Gotico fiorito. Nel XII sec., inoltre, grazie anche alla penetrazione
benedettina, si diffuse l'arte romanica, soprattutto a Traù e a Zara. Il
tardogotico veneziano ebbe notevoli influssi durante il XIV sec. (palazzi a
Traù, Sebenico, Spalato, Curzola), che si manifestarono con
l'introduzione negli edifici di elementi quali logge e trifore, tipicamente
veneziani. Tra gli artisti di questo periodo spicca l'architetto e scultore
Giorgio Orsini da Sebenico (duomo di Sebenico), che ebbe spesso quali
collaboratori Andrea Alessi (battistero della cattedrale di Traù) e
Niccolò Fiorentino. Anche la pittura subì profondamente
l'influenza di Venezia e furono addirittura artisti veneziani ad affrescare le
chiese dalmate nel XVI sec. Nel secolo successivo l'influsso del barocco
veneziano ispirò la chiesa di San Biagio a Ragusa, mentre il barocco
romano si rispecchia nella chiesa dei Gesuiti.