Pittore italiano. Frequentò a Bergamo un
corso di disegno tecnico, iscrivendosi in seguito all'Accademia Libera di
Pittura diretta a Milano da V. Viviani. Vincitore nel 1963 del V Concorso
nazionale Bice Bugatti, ottenne da allora diversi riconoscimenti e
allestì numerose mostre personali. Partito da un'esperienza
neofigurativa,
D. affrontò fin dal 1964 esperienze plastiche,
servendosi di materiali eterogenei (fili di ferro, maglie metalliche stese su
armature di legno e rilievi di cartone cementato, frammenti di oggetti, suole di
scarpe) e impiegando il colore per amalgamare e armonizzare materiali tanto
diversi. In seguito elaborò superfici di cemento colorato esprimenti un
movimento ondulatorio e costruzioni costituite da elementi tridimensionali
(prismi, cubi, piramidi), aventi sviluppo verticale. Solo nelle opere più
recenti quei progetti trovarono una completa realizzazione, a testimonianza
della serietà di una ricerca condotta nella più completa
autonomia, al di fuori di ogni corrente. Infaticabile ricercatore di nuove forme
espressive,
D. si servì dell'acciaio inossidabile in lamine
rendendolo oggetto, e al tempo stesso soggetto, delle sue realizzazioni.
Successivamente si dedicò alla ricerca di una figurazione in grado di
esprimere il senso del rifiuto della realtà ritenuta alienante. A questo
scopo utilizò oggetti codificati dall'uso quotidiano,
"defunzionalizzandoli", ingigantendoli o frammentandoli, al fine di arrivare a
modificare la stessa immagine che essi assumono nella nostra memoria e nella
nostra fantasia (n. Cologno al Serio, Bergamo
1933).