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Daimyō.

Voce giapponese: grande nome. Nell'antico Giappone, sin dal Medioevo, titolo del quale erano insigniti i grandi feudatari, che erano a loro volta divisi in kokushu, ryôŝhu e jôshu. In seguito all'indebolimento del Governo centrale, i territori controllati dai d. assunsero a partire dal Cinquecento la fisionomia di piccoli Stati indipendenti, favorendo a loro volta lo sgretolamento dell'unità territoriale e amministrativa del Paese. Dopo decenni di lotte interne e scontri tra i d., l'avvento al potere di Ieyasu Tokugawa segnò la fine del potere assoluto dei d., che furono di nuovo soggetti a un rigido controllo da parte del potere centrale; tale riforma riconobbe il titolo di d. a coloro che possedevano un reddito annuo superiore alle 10.000 balle di riso. I d. furono inoltre distinti in feudai e tozama, che godettero di un'autonomia maggiore.