Commediografo italiano. Entrato nel 1541
nell'Accademia degli Umidi, poi Fiorentina, vi lesse parecchi commenti a Dante e
a Petrarca. Il successo della sua prima commedia,
Il furto (1544), gli
permise di percorrere tutti i gradi accademici: fu consigliere, censore, membro
della balìa e, nel 1549, console. Nel 1548 dedicò al granduca
Cosimo I la sua seconda commedia in versi,
I Bernardi. L'ultima,
La
cofanaria, scritta fra il 1550 e il 1555, fu rappresentata dopo la morte
dell'autore.
D. si dedicò, inoltre, a studi storici, rimasti
incompiuti (Firenze 1499 - Roma 1558).