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Cunich, Raimondo.

Grecista e latinista italiano. Amico e conterraneo di R. Boscovich, si trasferì a Roma nel 1734 ed entrò a far parte della Compagnia di Gesù, dedicandosi all'insegnamento del greco e del latino. Quando nel 1773 fu soppresso l'ordine dei Gesuiti, rifiutò la cattedra offertagli all'università di Pisa, e continuò a vivere a Roma come prete secolare. Scrisse numerose ed eleganti orazioni, tra cui quella per l'assunzione al pontificato di Clemente XIII, e moltissimi epigrammi ed elegie ispirate allo stile di Tibullo e Catullo; tradusse Teocrito e gli epigrammi dell'Antologia greca. Il suo capolavoro resta la traduzione dell'Iliade (pubblicata a Roma nel 1776) i cui esametri, foggiati sul modulo virgiliano, conservano lo splendore del verso greco. Vincenzo Monti, per la traduzione del testo omerico, attinse largamente dall'opera di C. (Ragusa, Dalmazia 1719 - Roma 1794).