Regina di Svezia. Figlia di Gustavo Adolfo, gli
successe al trono ancora bambina, prima sotto la reggenza di un consiglio di
aristocratici, che ne curò anche l'educazione, poi, dal 1644, esercitando
direttamente il potere. Concluse la pace con la Danimarca nel 1645 e quella di
Vestfalia del 1648, che procurarono alla Svezia ampliamenti territoriali. Donna
coltissima, chiamò a corte letterati e artisti, fra i quali Cartesio, che
ebbe su di lei grande influenza. Condusse una politica economica intelligente,
favorendo lo sviluppo delle attività commerciali e manifatturiere e
concedendo ampia libertà e autonomia ai municipi. In un momento di
profonda crisi personale e religiosa, in seguito alla quale si convertì
al Cattolicesimo, decise di abdicare in favore del cugino Carlo Gustavo (1654) e
di lasciare la Svezia. Viaggiò in Olanda, in Austria e in Italia. In
stretti rapporti con il cardinale Azzolino, si stabilì a Roma, senza
peraltro rinunciare alla sua passione politica, attivandosi per ottenere la
corona di Napoli (1656), per riguadagnare il trono svedese alla morte di Carlo X
(1660). La sua personalità di grande ingegno e cultura e i suoi legami
con i potenti e con gli artisti fecero della sua casa romana un centro culturale
vivacissimo (frequentato fra gli altri anche da Bernini). Qui si formò
l'Accademia Reale, poi Clementina, da cui sorse l'Arcadia (Stoccolma 1626 - Roma
1689).