eXTReMe Tracker
Tweet

Cretese-Miceneo.

Relativo a Creta e a Micene. ║ Civiltà c.: termine con cui si designa la cultura delle due civiltà che precedettero quella greca nel Mediterraneo orientale: la civiltà cretese e quella micenea. La prima, detta anche minoica dal re Minosse, ebbe inizio nel Neoeneolitico; la seconda, così chiamata dalla città di Micene, si sviluppò nel 1600 a.C. e si estese a Creta, nell'Egeo e in altre zone del Mediterraneo fino all'invasione dorica. ● Arte - Arte cretese: durante il Neolitico le uniche manifestazioni artistiche furono rappresentate da figurine fittili di uomini o animali e da vasi in genere monocromi talvolta decorati con motivi incisi. A partire dal 3000 a.C. in poi si affermò gradualmente l'uso dei metalli. L'arte cretese, sviluppatasi nell'Età del Bronzo fra il III e il II millennio, è generalmente suddivisa in tre fasi denominate, a seconda del tipo di ceramica prodotta, antico minoico (3000-2000 a.C.), medio minoico (2000-1570 a.C.), tardo minoico (1570-1050 a.C.) o, con riferimento alla storia dei palazzi di Festo e Cnosso, in quattro periodi prepalaziale (fino al 2000 a.C.), protopalaziale (fino al 1700 a.C.), neopalaziale (fino al 1350 a.C.), postpalaziale (fino al 1100 a.C.). L'antico minoico fu caratterizzato da una produzione in ceramica di tipo subneolitico (tipici i calici su alti piedi decorati con fasci di linee nere su fondo grigio o brunito) e dallo sviluppo dell'architettura (insediamenti a Vassiliki e a Myrtos). Della stessa epoca sono le tombe collettive circolari a tholos, con cupola finta costituita da filari concentrici di pietre aggettanti. Un notevole incremento si registrò anche nella produzione di oggetti di metallo, di sigilli, di recipienti in pietra, dei vasi di Vassiliki. Si diffuse una ceramica con motivi curvilinei chiari su un ingabbiatura nero-lucida preannunziante la successiva produzione di vasi di Kamares. Nel medio minoico l'architettura raggiunse risultati grandiosi negli splendidi palazzi di Cnosso, di Mallia, di Festo costruiti nel II millennio e poi restaurati integralmente o interamente rifatti nel 1700. Queste regge sontuose si articolavano intorno a un cortile centrale rettangolare disposto in direzione Nord-Sud, con quartieri di abitazione, sacelli, magazzini, laboratori artigianali. Accanto ai palazzi dovevano sorgere le ville e nelle campagne abitazioni rustiche e fattorie. Nell'architettura funeraria continuarono i tholos, soprattutto nella zona di Festo, mentre nel Nord-Est dell'isola prevalse la camera sotterranea seminterrata rettangolare. La ceramica tipica dei vasi di Kamares raggiunse risultati splendidi nella bicromia (bianco o crema o rosso su fondo nero) e nella quadricromia (bianco, giallo e due toni di rosso). Dopo il 1700 prevalsero la pittura scura su fondo chiaro, la decorazione a motivi naturalistici, già presente nella lavorazione dei sigilli e testimoniata in modo esemplare negli affreschi del palazzo di Cnosso e in quelli della villa di Hághia Triáda, dove figure raffinate umane o di animali campeggiano sullo sfondo di paesaggi rigogliosi (Raccoglitore di zafferano, Principe dei Gigli, Acrobati sui tori, Parigina di Cnosso). La tendenza al naturalismo si accentuò, nel tardo minoico, nella glittica e nella plastica rappresentata da piccole statuine di bronzo o terracotta. L'arte cretese si diffuse anche nelle colonie dove si affermò in particolare il cosiddetto stile marino, con figure di polipi e animali ricoprenti l'intera superficie dei vasi. A partire dal 1450 la prima invasione greca portò ad un irrigidimento di stile nei cosiddetti vasi di palazzo ormai influenzati da elementi greci. ║ Arte micenea: si diffuse nella tarda Età del Bronzo coesistendo con quella cretese nel cosiddetto Miceneo I (1580-1500 a.C.); influenzandola nel Miceneo II e soppiantandola progressivamente, dopo averne rielaborato autonomamente i motivi, nel Miceneo III (fino al 1050 a.C.). L'arte micenea fu contraddistinta da due motivi: la tendenza al naturalismo derivato dall'influenza cretese e il gusto per la stilizzazione e la decorazione geometrica risalente alla cultura mesoelladica. La decorazione naturalistica pur stilizzata assunse progressivamente maggiore importanza rispetto a quella geometrica come appare nel cosiddetto stile floreale, contemporaneo allo stile di palazzo. Successivamente si diffuse lo stile efireo, caratterizzato dalla presenza di un fiore stilizzato su entrambe le facce di una coppa. La tendenza alla stilizzazione si accentuò nell'ultimo periodo dell'arte micenea contemporaneamente alla maggiore importanza assunta dai motivi ornamentali geometrici che raggiunse il culmine dopo la grave crisi del mondo miceneo verso il 1200 a.C. Mentre nell'oreficeria (pugnali di bronzo ageminato e niellato), nella glittica e nella ceramica l'arte micenea risentì a lungo dell'influsso cretese, nell'architettura raggiunse una sua originalità con uno spirito monumentale estraneo alla produzione precedente. In tale chiave venne rielaborato il sistema delle tombe a tholos (a Micene si ricorda quello con maschere auree a lungo ritenute appartenenti alla famiglia degli Agamennoni) mentre assunsero nuove forme i palazzi come quelli di Micene, Pilo, Tebe caratterizzati dal megaron, una sala con focolare al centro circondato da quattro colonne di legno con basamento di pietra. Il periodo di massima fioritura si colloca nel Miceneo III, quando il colle di Micene venne provvisto di poderose mura (alla città si giungeva attraverso la Porta dei leoni) e sorsero fortificazioni in numerose città greche, a Troia e a Tirinto (cittadella e palazzo fortificati).