Filosofo italiano. Ultimo grande rappresentante
dell'Aristotelismo padovano, insegnò prima all'università di
Padova e poi a Ferrara, dove ottenne anche la cattedra di Medicina.
C.
pose a fondamento della conoscenza una sintesi di ragione ed esperienza, base
delle sue deduzioni logiche ed empiriche. Secondo i principi della dottrina di
Aristotele, accentuò il distacco tra Dio e il mondo, di cui Dio sarebbe
la causa finale e non efficiente, scongiurando qualsiasi concessione al
panteismo. Tra le sue opere ricordiamo:
Tractatus de paedia (1596) e
Introductio ad naturalem Aristotelis philosophiam (1613) (Cento, Ferrara
1550 - Padova 1631).