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Cragnotti, Sergio.

Imprenditore italiano. Diplomato in ragioneria, nei primi anni Sessanta fu assunto come esperto contabile in una ditta di costruzione di Frosinone, la Calce e Cementi Segni, fucina di manager di successo (vi mossero i primi passi anche Cesare Romiti e Mario Schimberni). Conseguita la laurea in Economia e Commercio, si trasferì in Brasile, alla Cimento Santa Rita, del Gruppo Ferruzzi del quale C. assunse la direzione di tutte le società presenti sul territorio brasiliano. Responsabile delle attività del Gruppo Ferruzzi in Francia (1980), dopo essere stato nominato amministratore delegato della Ferruzzi Agricola Finanziaria (1986), nel 1988 divenne vicepresidente del Gruppo Montedison e in tale veste condusse diverse operazioni finanziarie, tra cui la vendita della Standa a Silvio Berlusconi, la ristrutturazione della SIR, la costituzione del polo cartario della Ja-Mont. Nel 1989 assunse l'incarico di amministratore delegato dell'Enimont, che guidò da solo dopo le dimissioni del presidente L. Necci (1990). Coinvolto nel fallimento della Ferruzzi, dopo lo scoppio dello scandalo legato a Tangentopoli rientrò dal Brasile (1993) e si consegnò alla giustizia, confessando di aver versato tangenti per conto dell'Enimont a diversi soggetti politici. Nel frattempo, nel 1991 aveva fondato la Cragnotti & Partners Capital Investment NV, una banca d'affari, che acquisì dapprima la brasiliana Bombril e si concentrò poi sul settore agro-alimentare, soprattutto in seguito alla privatizzazione della SME. Dallo Stato italiano C. comprò il Gruppo Cirio Bertolli De Rica, trasformandolo in una multinazionale. Dopo avervi incorporato Ala e Polenghi Lombardo (1994), che poi rivendette alla Parmalat, negli anni successivi proseguì il processo di acquisizione, in Italia e all'estero, di imprese operanti nel settore alimentare, tra cui il Gruppo Del Monte (Europa), di cui la Cirio nel 1998 acquisì l'intera partecipazione. Nel 1992 l'imprenditore aveva fatto il suo ingresso anche nel mondo dello sport, rilevando la società di calcio Lazio, di cui divenne azionista di maggioranza e presidente. Sotto la sua guida il club capitolino, prima società calcistica italiana a essere quotata in Borsa (1998), vinse uno scudetto (1999-2000), due Coppe Italia (1998, 2000), una Coppa delle Coppe (1999), una Supercoppa europea (1999) e una Supercoppa italiana (2000). Nel gennaio 2003, in seguito al fallimento del Gruppo Cirio, dopo aver lasciato la presidenza della Lazio, C. si dimise anche dalle cariche di amministratore delegato e di presidente del gruppo alimentare. Nel febbraio 2004 fu arrestato su provvedimento della Procura di Roma con l'accusa di bancarotta fraudolenta e truffa nell'ambito dell'inchiesta sul dissesto della Cirio. A giugno ottenne gli arresti domiciliari (n. Roma 1940).