(si suppone dal latino volgare
costumen,
subentrato al classico
consuetudo: abitudine, costume). Modo abituale di
pensare, di comportarsi. ║ Abitudine, consuetudine. ║ Abito,
condotta morale. ║ Atteggiamento di una società nei confronti di
certi fenomeni della vita sociale. ║ Modello di comportamento assunto con
una certa regolarità dai membri di una società determinata, che
può quindi essere considerato tipico di detta società. I
c.
possono essere distinti, a livello analitico, dalle norme e dalle leggi, pur
esistendo quasi sempre un rapporto o una corrispondenza tra gli uni e le altre.
● Abbigl. - Foggia particolare di vestirsi, che varia secondo i tempi e i
Paesi. Il
c. si trasforma relativamente poco nel corso dei secoli,
differenziandosi in ciò dalla moda internazionale che è in
continua evoluzione. ║ Nel linguaggio della moda, tipo di abbigliamento
destinato a una particolare funzione o occasione. ║
C. da bagno:
indumento succinto indossato per fare il bagno o per prendere il sole. I primi
c. risalgono alla fine del XIX sec., quando iniziò a diffondersi
la moda dei bagni all'aria aperta nelle località balneari. I
c.
femminili erano costituiti da un vestito di cotone che copriva dei lunghi
mutandoni, stretti al ginocchio; quello maschile era in maglia di lana, spesso a
righe. L'evoluzione della moda, del gusto, come pure delle convenzioni sociali,
ha portato alla creazione di modelli sempre più semplici, in maglia o
tessuto elasticizzato, fino ad arrivare al
c. da bagno odierno: mutanda o
pantaloncino corto e aderente per l'uomo; due pezzi (mutanda e reggiseno) o
c. intero per la donna. ● Teat. - Tutto ciò che l'attore
indossa in scena per caratterizzare un personaggio (maschera, trucco, parrucca,
vestito). Nel teatro greco-romano vennero stilizzati nel
c. abiti arcaici
o coevi: gli attori tragici calzavano alti zoccoli (
coturni) e
indossavano vesti imponenti corredate da parrucche rialzate; quelli comici
portavano un farsetto con ventre riempito e fallo grottesco; il coro satiresco
vestiva pelli di animale. Nel Medioevo, il dramma liturgico utilizzò le
vesti talari, trasportandole poi nelle sacre rappresentazioni a indicare i
personaggi celesti, mentre i demoni indossavano
c. animaleschi e i
protagonisti umani seguivano la foggia contemporanea. Le rappresentazioni
rinascimentale e barocca distinsero nuovamente il
c. secondo i generi
drammatici; alle forme di spettacolo più moderne (intermezzi, mascherate,
balletti, tornei, ecc.) venivano riservati, invece,
c. di fantasia,
liberi nella forma e nello stile. Un posto particolare occupano i
c.
tipici delle maschere della Commedia dell'Arte (Arlecchino, Brighella,
Balanzone, Pantalone, ecc.). Nel Settecento, l'opera buffa e l'opera seria
accolsero
c. contemporanei vistosamente deformati da
tonnelets e
paniers; la riforma del
c., teorizzata dal Neoclassicismo sulle
basi della verosimiglianza e della ricostruzione storica, si attuò verso
la fine del secolo con F.G. Talma. Tali principi sono rimasti validi, attraverso
il teatro romantico e quello realistico-naturalista, fino ai nostri giorni, pur
venendo controbilanciati dalla posizione delle correnti d'avanguardia del '900
che hanno riaffermato la necessità di un
c.-simbolo, a volte di
tipo espressionista o surreale, a volte astratto (Futurismo, Costruttivismo,
ecc.). ● Ball. - Ispirato in principio alla moda di corte (ballo aulico) o
alla vita reale, il
c. si appesantì sempre più di fregi e
ornamenti, ricorrendo anche all'uso di maschere, a scapito della
linearità e dei movimenti. Alla fine del Settecento, grazie alla riforma
di J.-G. Noverre, furono adottate vesti più leggere: tuniche modellate,
calzari e sandali legati alla caviglia. L'uso di stoffe trasparenti, introdotte
nel 1791 da Didelot, favorì l'adozione di
c. aderenti e
calzemaglie. Con il balletto romantico venne introdotto il tutù (ideato,
secondo la tradizione, da E. Lami per la
Sylphide di M. Taglioni, 1832),
in seguito accorciato fino alle attuali misure. Attualmente si usano in genere i
diversi
c. secondo una classificazione ortodossa dei vari tipi di
balletto: balletto romantico con gonna al ginocchio, balletto classico con
tutù, balletto drammatico secondo lo stile dell'azione rappresentata. Nel
balletto moderno, con l'avvento di coreografi come Balanchine, Milloss, Robbins,
il
c. si è ridotto a semplici e spogli
maillots.