Filos. - Concezione filosofico-giuridica e
filosofico-politica, secondo la quale la legge e lo Stato nascono da una
convenzione, da un contratto tra i singoli individui. La sua prima formulazione
risale alla Sofistica greca del IV sec. a.C., in cui essa è rappresentata
soprattutto da Antifonte, il quale contrappone ogni costituzione politica e ogni
legge giuridica, risultante da convenzione umana, alle pure leggi di natura, che
regolano la vita fisiologica dell'uomo. Lo spirito del
c. moderno prende
le mosse dalle polemiche dei cosiddetti monarcomachi (XVI sec.) e si riafferma,
con un nuovo significato, nei secc. XVII e XVIII per opera della scuola del
diritto naturale: l'idea contrattuale diventa espressione delle nuove esigenze
teoretiche e pratiche, tendenti a sottrarre il diritto e lo Stato ai postulati
naturalistici e teologici, ad elevare l'individuo a principio e a fine della
realtà giuridica e politica. Il contratto, prima ancora di essere
politico, è sociale, cioè ha luogo tra gli individui che
convengono di abbandonare il primitivo stato di natura e di formare una
determinata società civile. Il contratto fu invocato da un lato a
spiegare l'origine della società civile, dall'altro a spiegare l'origine
del Governo.