(dal latino
comitatus, der. del francese antico
comté). Territorio sottoposto all'autorità del conte.
║ Grado, titolo del conte. ║ Divisione amministrativa di alcuni
Paesi, quali Gran Bretagna e Stati Uniti d'America. In conseguenza delle riforme
del 1974 e 1975 rimasero in vigore solo le
c. del Galles e
dell'Inghilterra; in Irlanda sono state sostituite dai distretti e in Scozia
dalle regioni. ● St. - In epoca carolingia, le
c. furono i
territori soggetti al potere del conte, che esercitava tale potere in nome
dell'imperatore. Ancora in numero limitato durante l'epoca merovingia, le
c. si moltiplicarono finché il carattere ereditario della carica
di conte, sancito nell'877 con il capitolare di Kiersy, si estese anche alle
terre che il conte controllava. Pur verificandosi mutamenti nei confini di
c. preesistenti e pur costituendosi nuove
c., con il passare del
tempo si fissò un numero preciso di
c., alcune delle quali di
grande estensione territoriale. Con il rafforzarsi del potere centrale, esse
furono gradatamente abolite e assorbite dal nuovo Stato; solo in alcuni casi
esse si mantennero, aumentando anzi nell'estensione del territorio e soprattutto
in peso politico, fino a trasformarsi in veri e propri Regni (per esempio, i
Savoia). ║ In particolare, in Gran Bretagna tale divisione amministrativa
deriva dall'antico
shire, istituzione fondata nell'epoca anglosassone. Vi
era preposto un funzionario del re con compiti di ordinaria amministrazione
mentre l'assemblea da lui presieduta svolgeva mansioni giudiziarie,
amministrative e finanziarie. Sopravvissuta in epoca normanna alla politica di
accentramento dei poteri periferici, assunse la denominazione di contea. Nei
secc. XIV-XIX il governo delle
c. venne affidato a un giudice di pace, in
genere scelto tra i maggiori proprietari terrieri. Con il Local Governament Act
del 1888 si stabilì una sorta di autogoverno democratico in cui le
funzioni amministrative erano esercitate da consigli di
c. composti da
rappresentanti eletti dai contribuenti.