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Conservatorio.

Collegio per l'educazione delle ragazze, in genere retto da suore. ● Mus. - Istituto pubblico di istruzione musicale. I c. traggono origine dalle antiche istituzioni di beneficenza (orphanotrophium) in cui venivano accolti, già nel primo Medioevo, orfani e trovatelli; ad essi, oltre la normale assistenza, veniva impartita spesso una elementare educazione musicale, che con il tempo finì con il diventare lo scopo principale di tali istituti, chiamati anche Scholae cantorum e soggetti al controllo e alla protezione della Chiesa. Trasformatisi a partire dal XVI sec. in scuole specializzate, i c. formavano cantori per le funzioni religiose e giovani musicisti. Il c. italiano più antico fu quello di S. Maria di Loreto, fondato a Napoli tra il 1537 e il 1543, seguito da quello della Pietà (1583) e dei Poveri di Gesù Cristo (1589), sempre nella stessa città. Nel corso del Seicento furono fondati altri istituti in molti centri italiani, primo fra tutti Venezia, dove assunsero il nome di Ospidali e dove, durante il secolo successivo, studiarono i maggiori musicisti dell'epoca (fra i più rinomati furono quelli della Pietà, dei Derelitti, dei Mendicanti, degli Incurabili). Tra le materie previste nei c. moderni, oltre a insegnamenti di cultura generale e finalizzati all'insegnamento, figurano composizione, organo, pianoforte, canto, violino, musica corale, direzione di coro e orchestra, strumentazione per banda. Tra i principali c. italiani si ricordano il V. Bellini di Palermo aperto nel 1617, il G.B. Martini di Bologna fondato nel 1804, il G. Verdi di Milano del 1807, il L. Cherubini di Firenze del 1813, il S. Pietro a Majella di Napoli del 1826, a Torino il G. Verdi del 1867, a Roma il S. Cecilia nel 1869, a Venezia il B. Marcello del 1877, a Pesaro il G. Rossini del 1882, a Parma l'A. Boito del 1888. All'estero i c. più famosi sono quelli di Parigi (1784), di Praga (1811), di Vienna (1817), di Bruxelles (1832), di Lipsia (1843).