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Confessioni.

(Confessiones o Confessionum libri XIII). Opera di Sant'Agostino, scritta tra il 397 e il 400. Questo titolo, ripreso poi da numerosi altri scrittori, corrisponde solo in minima parte al significato intrinseco del termine in senso religioso, quale espiazione di colpe e di traviamenti morali da cui il convertito risorge a fatica. Per quanto un precoce e intenso istinto sessuale lo avesse portato giovanissimo a un legame extra-matrimoniale, che durò sino alla sua conversione e la cui rottura gli riuscì molto dolorosa, non fu questa una colpa da considerarsi grave per un giovane non battezzato, cresciuto in un ambiente piuttosto tollerante in fatto di morale sessuale. Né lo stesso Agostino la considerò tale dopo la conversione. Un traviamento ben più grave e importante egli volle scorgere nel proprio orientamento intellettuale; e nell'acuta e spassionata analisi psicologica di quella lotta combattuta per molti anni, consistono il pregio artistico e il valore morale delle sue confessioni. Con tale titolo Agostino intendeva esprimere un significato più ampio rispetto a quello della confessione della colpa. Infatti, egli osserva che, se Gesù Cristo, rivolgendosi al suo Padre celeste, usa l'espressione "Io ti confesso", è segno che tale termine ha un contenuto più ampio e diverso che non sia quello riferito alla sola confessione della colpa. Nella confessione è inclusa anche la "lode di Dio".