Genere di rappresentazione che dopo la metà del XVI
sec. si venne affermando in Italia accanto alla commedia dotta. Si trattava di
un tipo di spettacolo recitato da attori professionisti principalmente sulle
piazze e in mezzo al popolo. La sua caratteristica principale era
l'improvvisazione su un canovaccio predisposto in precedenza. I temi che in essa
venivano trattati erano una sopravvivenza di antiche scene farsesche talora
tratte dalla commedia classica. Altre fonti erano rappresentate dalla
novellistica del Trecento e del Quattrocento e da taluni motivi esotici. Una
prima anticipazione di quelle che sarebbero state le caratteristiche della
c. dell'arte, venne offerta dalle opere del Ruzzante, sorte in
contrapposizione alla commedia dotta, ormai isterilita per difetto di autori
veramente validi e per l'eccessiva schematizzazione dei temi che vi venivano
trattati. Lo sviluppo più ampio della
c. dell'arte venne con il
costituirsi delle grandi compagnie itineranti di comici che, prendendo lo spunto
dai motivi che avevano segnato la decadenza della commedia scritta, vi
aggiungevano una serie di idee e di intrecci supplementari che, rinvigoriti
dall'abilità personale degli attori, fornivano il pretesto ad un
movimento scenico estremamente animato. Una volta definito l'intreccio, tutto
veniva lasciato alle capacità improvvisative degli attori, che inserivano
nelle loro rappresentazioni elementi tratti dall'attualità, dalle
particolarità locali dei posti nei quali si trovavano a recitare e da
altre circostanze sulle quali si esercitava la loro abilità comica. Ogni
attore aveva anche a disposizione una serie di brani mandati a memoria e che
venivano recitati ogni qualvolta ce ne fosse occasione. L'abilità
dell'attore faceva in modo che non ci fosse soluzione di continuità
scenica tra le parti improvvisate e quelle scritte, in modo che l'interesse del
pubblico venisse sempre tenuto desto e la vivacità della trama non ne
soffrisse. Altro elemento costitutivo della
c. dell'arte erano le
maschere, cioé la creazione di personaggi tipici con caratteristiche
fisse nel parlare e nel gestire. L'origine di queste
maschere è
probabilmente da far risalire alla commedia latina e alle atellane. Le
principali maschere erano:
Pantalone, mercante veneziano,
Balanzone, bolognese,
Matamoros, il capitano spaccone,
Pulcinella, napoletano,
Meneghino, milanese,
Stenterello,
fiorentino, ecc. Le caratteristiche comiche di questi personaggi rispecchiavano
spesso motivi tratti dalla satira sociale, come il capitano che rappresentava
una caricatura di certi soldati spagnoli mercenari. La
c. dell'arte
trovò un pubblico estremamente favorevole non solamente in Italia ma
altresì presso numerosi paesi europei quali la Francia, l'Inghilterra,
l'Austria e la Russia. La decadenza di questo genere di rappresentazione si ebbe
attorno alla fine del XVII sec., con l'irrigidirsi dei motivi comici che ne
erano alla base, l'inaridirsi delle possibilità di rinnovamento e infine
con il nuovo sviluppo della commedia dotta che, con le opere del Goldoni, trasse
numerosi spunti dall'esperienza dei comici. L'ultimo tentativo di ridare vigore
alla
c. dell'arte si ebbe con Carlo Gozzi, che dovette però cedere
di fronte alla perfezione scenica delle commedie del Goldoni.