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Colombo.

Zool. - Nome italiano attribuito a varie specie di uccelli appartenenti alla famiglia dei Columbidi, ordine dei columbiformi, e in particolare al c. selvatico o Columba livia assai comune nel nostro Paese e specialmente in Sicilia e in Sardegna. Questa specie vive, di preferenza, in vicinanza dei luoghi abitati; si trova anche nel N dell'Europa ma come uccello migratore. Il c. o piccione selvatico è il capostipite di tutte le razze domestiche; eccellente volatore, sa anche correre velocemente sul terreno ed evita, di norma, di posarsi sui rami degli alberi o sui cespugli. Ama volteggiare in stormi anche molto numerosi salendo molto in alto nel cielo. Generalmente monogamo, è il maschio, di solito, che inizia la costruzione del nido iniziano i corteggiamenti. L'addomesticamento del c. risale ad epoche assai remote, forse a più di 3.000 anni fa. Il c. domestico è spesso rappresentato nei geroglifici dell'antico Egitto; anche i Greci e i Romani lo affiancarono a varie divinità o lo tennero in grande considerazione come uccello da sacrificio in onore degli dei. Omero, nell'Iliade, parla più volte del c.; famoso è il passo della Genesi in cui Noè fa uscire dall'arca una c. per mandarla alla ricerca della terraferma. Grandi autori greci e latini come Aristotele, Plinio, Catone, Varrone e Columella hanno largamente descritto l'allevamento del c., spesso inserendo nelle loro trattazioni leggende o altri fatti immaginari. Presso i Persiani, nel Medioevo, la colombicoltura era diffusissima ma proibita ai cristiani. Razze domestiche, tuttavia, non sono derivate soltanto dal piccione selvatico; anche altri c. asiatici hanno dato origine a varietà che oggi vivono tranquillamente a fianco dell'uomo e sono da questo allevate. Tuttavia per c. s'intendono generalmente quelle specie originate dalla Columba livia. Oggi i c. di allevamento vengono di regola suddivisi in tre categorie: c. da prodotto, buoni fornitori di carne; c. di lusso, quelli dalle forme eleganti e dal piumaggio caratteristico; c. sportivi, ovvero i c. viaggiatori. Un c. da prodotto è anche considerato un c. semiselvatico noto come "torraiolo" perché nidifica sui campanili, nei sottotetti, o anche nelle grotte. È questa razza che popola le piazze di molte città italiane. Tra le razze da prodotto citiamo il c. casalingo, quello più comunemente allevato per la sua ottima carne; il c. romano, tipico rappresentante delle razze pesanti (è detto anche "grosso di Parigi" perché il suo allevamento è molto diffuso anche in Francia); poi ci sono i c. triganini, specialmente allevati nel modenese. Altre razze da prodotto sono il maltese, il pitone, il montauban, il carneau, ecc. Razze di lusso sono invece il c. trombettiere, il c. gozzuto, così chiamato per la sua capacità di gonfiare l'ingluvie fino ad aumentarne di tanto il volume da far quasi nascondere la testa; il c. capitombolante o volteggiatore che vola a grandi altezze e poi si lascia cadere all'indietro compiendo una serie di piroette. Altre razze di lusso sono i c. cappuccini, che presentano una larga stola di piume che circonda il collo; i c. pavoncelli, capaci di far la ruota con la coda. La categoria dei c. viaggiatori (sportivi) è allevata in tutto il mondo e specialmente in Giappone (ce ne sono più di 100.000). In molti Paesi questo allevamento speciale richiede l'autorizzazione da parte degli organi competenti; così anche in Italia dove, inoltre, i vari individui devono essere immatricolati, devono cioè portare un anellino di alluminio sul quale è incisa la parola "Italia" seguita da un numero d'ordine e dalla data di nascita dell'uccello. Questi c. cominciano l'addestramento quando hanno tre mesi; da adulti possono percorrere anche 700 km al giorno ad una velocità, con vento favorevole, di 100 km orari. I messaggi a loro affidati vengono scritti su carta leggerissima e arrotolati; introdotti in piccolissimi astucci vengono poi fissati a una zampa o sotto un'ala del c. I c. viaggiatori furono usati anche in tempo di guerra o per azioni di spionaggio.