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Clorofilla.

(dal greco chlorós: verde e fyllon: foglia). Bioch. - Pigmento verde delle piante contenuto in corpuscoli del citopalsma, i cloroplasti. Non è disciolta, ma impregna certe speciali granulazioni protoplasmatiche, dette perciò impropriamente granuli di c. È costituita di quattro sostanze c. a, c. b. carotina e xantofilla. Ha un'enorme importanza nella vita delle piante, poiché, in presenza della luce solare, scinde l'anidride carbonica dell'aria in carbonio e ossigeno, utilizzando il carbonio e liberando l'ossigeno. Tale organicazione del carbonio è detta funzione clorofilliana, perché si compie esclusivamente in presenza della c. Il processo chimico si svolge principalmente nelle foglie. Il carbonio viene preso dall'aria sotto forma di anidride carbonica, mentre contemporaneamente entra nelle foglie l'acqua coi sali disciolti che, assorbita dalla radice della pianta, è salita fino alle zone ricche di c. Quando la pianta è esposta alla luce del sole, l'acqua e l'anidride carbonica si combinano e formano una sostanza organica, un idrato di carbonio conosciuto sotto il nome di amido, mentre la pianta emette ossigeno. La formazione di amido è determinata da un processo chimico, ma è bene ricordare che esso si compie soltanto alla luce del sole e in presenza di c. La luce non è che energia, perciò proprio l'azione di questa energia radiante consente alle molecole dell'anidride carbonica e dell'acqua di scindersi, liberando ossigeno, per ricomporsi nella nuova sostanza che porta alla formazione dell'amido. La c., a sua volta, ha molteplici funzioni nella fotosintesi; soprattutto, però, agisce da sensibilizzatore ottico, cioè assorbe e trattiene le radiazioni luminose più adatte per la sintesi organica. Da quanto si è detto, risulta più ossigenata. La c. trova oggi applicazioni industriali nel campo della cosmesi per il suo potere altamente deodorante.