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Clinton, William Jefferson.

(detto Bill). Quarantaduesimo presidente degli Stati Uniti d'America. Dopo aver frequentato la Georgetown University, dove partecipò attivamente al movimento contro la guerra in Vietnam, proseguì gli studi di Giurisprudenza a Oxford, in Inghilterra, per conseguire nel 1973 la laurea a Yale, nel Connecticut. Tornato in Arkansas, suo Stato natale, fece il suo ingresso in politica nel 1973 cercando, ma con scarso successo, di conquistare un seggio alla Camera dei rappresentanti. Nel 1978 diventò governatore dell'Arkansas. L'imposizione di una tassa sulla benzina in uno Stato dove maggiormente critica era la situazione economico-sociale gli fece perdere le elezioni nel 1980, ma alle successive consultazioni ottenne ampi consensi, venendo rieletto governatore (1982-92). Aspirante alla corsa alla Casa Bianca ed espressione del desiderio di rinnovamento diffuso fra i diversi strati sociali di un Paese in piena recessione economica, nel novembre 1992 C. fu designato presidente degli Stati Uniti. Il suo programma in materia di politica interna prevedeva una serie di misure contro la disoccupazione e il deficit pubblico, un controllo della spesa sanitaria, nonché una riforma politica che lo affiancò ad altre figure del passato statunitense, quelle di Franklin Delano Roosevelt e di John Fitzgerald Kennedy. In tema di politica estera e sicurezza, la sua prima preoccupazione fu la riorganizzazione del bilancio per la Difesa, così da ottenere contemporaneamente il graduale blocco degli approvvigionamenti nucleari e l'acquisizione di fondi per finanziare la rinascente economia statunitense. Fu significativa e importante la sua netta posizione a favore del miglioramento continuo dei rapporti tra gli Stati Uniti e la Russia di Boris Eltsin, con il quale si incontrò al Vertice di Vancouver del 1993. Durante il primo anno del suo mandato firmò la ratifica del NAFTA, il trattato commerciale tra Stati Uniti, Canada e Messico per la libera circolazione di merci e capitali tra i tre Stati. C. conseguì inoltre un grande successo in politica estera, giocando un ruolo decisivo nel processo di pace in Medio Oriente. Nel settembre 1993, infatti, Yasser Arafat firmò alla Casa Bianca, con il premier israeliano Yitzhak Rabin, uno storico trattato di pace che prevedeva l'autonomia dei Territori occupati. Nel luglio 1994 a Washington, presente C., Rabin e re Husain di Giordania suggellarono il trattato di pace fra i loro Paesi, ufficialmente in guerra da 46 anni. Nel processo di pacificazione nella ex Jugoslavia, C. intraprese una delicata mediazione, conclusasi con l'Accordo di Dayton, firmato il 21 novembre 1995. Il successo personale del presidente in politica estera venne offuscato, negli anni del suo mandato, da una serie di scandali (la vicenda politico-immobiliare di Whitewater, le speculazioni finanziarie della moglie Hillary) che misero a repentaglio la possibilità di una rielezione nelle presidenziali del 1996. Ciononostante, C. venne decretato nuovamente presidente: in occasione delle elezioni si impegnò ad azzerare il disavanzo pubblico, cercando di correggere gli eccessi della riforma assistenziale e di rimediare alle carenze del sistema scolastico nazionale. Ma nel 1997 fu coinvolto nel cosiddetto Sexgate (scandalo sulla condotta sessuale del presidente) e l'anno successivo fu chiamato a deporre sulla relazione intrattenuta con la stagista della Casa Bianca Monica Lewinsky. Nel 2000 si preparò a sostenere il proprio vice, Al Gore, candidatosi per i democratici nelle elezioni di quell'anno, e la moglie Hillary, eletta senatrice dello Stato di New York nelle stesse consultazioni. Alla presidenza degli Stati Uniti gli successe nel gennaio 2001 il repubblicano George W. Bush. Nel 2004 uscì la sua autobiografia dal titolo My life. Nel febbraio 2005 fu incaricato dalle Nazioni Unite di sovrintendere agli aiuti umanitari destinati alle regioni del Sud-Est asiatico colpite dal tremendo tsunami del dicembre precedente (n. Hope, Arkansas 1946).
Bill Clinton