Console romano nel 51 a.C. Uomo di vasta cultura, fu eletto
console insieme con Servio Sulpicio Rufo in un momento molto difficile nei
rapporti tra Pompeo e Cesare. Avversario di Cesare e deciso sostenitore di
Pompeo, lo seguì nella sua fuga dall'Italia e, dopo la sua morte, si
ritirò in esilio a Mitilene. Nel 46 a.C., su richiesta del Senato,
Cesare, tenuto conto dei suoi meriti e della sua integrità morale,
acconsentì al suo ritorno, con un atto di clemenza che ispirò a
Cicerone l'orazione
Pro Claudio Marcello. Egli però non giunse in
Italia, poiché durante una sosta al Pireo fu pugnalato da un suo compagno
di viaggio. Gravi sospetti di complicità caddero su Cesare, ma è
pressoché certa la sua estraneità al fatto (m. 45
a.C.).