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Claudio Appio.

(detto Cieco). Uomo politico, oratore e giurista romano. Censore nel 310 a.C., si adoperò per promuovere varie riforme politico-religiose tendenti a colpire i privilegi dell'aristocrazia. Fece costruire il primo acquedotto romano e la grande strada militare che collegava Roma a Capua e che da lui prese il nome di Via Appia. Si deve inoltre a lui la riforma che distribuì tra tutte le tribù cittadini che non disponevano di beni fondiari, compresi i figli dei liberti. In tal modo vennero ammessi ai comizi anche i liberti arricchiti, dediti ad attività industriali, e alcuni di loro divennero anche membri del Senato in sostituzione di esponenti della nobiltà patrizia espulsi per indegnità, e ciò non mancò di suscitare forti opposizioni nella maggioranza conservatrice. Console nel 307 e nel 296, ebbe come collega L. Volumnio. Nella vecchiaia fu colpito da cecità, ma continuò ad avere una parte di primo piano nella vita pubblica e nel 278 a.C. pronunciò in Senato un famoso discorso di opposizione alla pace con Pirro (IV-III sec. a.C.).