Filosofo e teologo tedesco. Dopo aver frequentato le
principali università tedesche, perfezionò i propri studi in
Francia, Inghilterra e Olanda. Ritornato in patria, fu chiamato ad occupare la
cattedra di filosofia e teologo all'università di Duisbirg. Discepolo di
Cartesio, ne diffuse il pensiero in Germania, chiarendone i punti più
oscuri. A lui si deve l'introduzione del termine
antologia, usato per la
prima volta in un'opera del 1646, insieme col meno fortunato
ontosofia,
per indicare la scienza dell'essere in quanto tale, sulla base della definizione
aristotelica. Egli si impegnò soprattutto a chiarire il concetto
cartesiano di
sostanza, intesa come ciò che esiste in modo tale da
non avere bisogno di nessun'altra realtà per esistere. Secondo la sua
concezione, gli ostacoli posti dalla dottrina delle due sostanze, pensante ed
estesa giustificano il ricorso all'intervento divino. Infatti, se, come diceva
Cartesio, il mondo del pensiero e quello della materia sono fondamentalmente due
sostanze distinte, ne consegue che la conoscenza non può essere effetto
del loro contatto o della loro interazione, bensì il risultato di una
disposizione innata della mente umana, fondata in un ultima analisi sulla
volontà imperscrutabile di Dio. Egli espose la propria dottrina
nell'opera
De coniunctione animae et corporis humani (Solingen 1622 -
Duisburg 1665).