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Clarkson, Thomas.

Antischiavista e filantropo inglese. Fondatore nel 1787 del primo comitato per l'abolizione del commercio degli schiavi. Potendo contare sull'appoggio di alcuni parlamentari, promosse alla Camera dei Comuni una discussione sull'argomento. Non si limitò a svolgere una propaganda generica e puramente umanitaria contro la schiavitù, ma condusse approfondite ricerche, adottando tutta una serie di nuovi metodi. Andò in giro per l'Inghilterra, misurando navi, esaminando documenti e interrogando innumerevoli marinai per poter portare informazioni esatte e documentate davanti alle varie commissioni parlamentari e davanti all'opinione pubblica. Lo affiancavano come collaboratori un gruppo di evangelici, appartenenti alla "setta di Clapham" e il suo portavoce parlamentare era l'influente William Wilberforce. L'abolizione fu discussa per la prima volta ai Comuni del 1788, portando all'approvazione della Legge Dolben (Dolben's Act) che fissava il numero di schiavi che una nave poteva trasportare. Nel 1789 si recò a Parigi per fare pressioni sul governo francese, riuscendo ad ottenere l'appoggio di La Fayette. Nel 1792, dietro le pressioni sue e del gruppo degli antischiavisti che a lui facevano capo, i Comuni approvarono in via di principio l'abolizione, entro quattro anni, del commercio degli schiavi. La battaglia non era però ancora vinta e la decisione finale fu ritardata dagli impegni militari della Gran Bretagna, così che l'abolizione del commercio degli schiavi divenne legge solo nel 1807. Della sua battaglia riferì ne La storia dell'abolizione della tratta dei negri africani (1808) (Wisberch 1760 - Ipswich 1846).