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Cipro.

Stato insulare (5.896 kmq, esclusa la superficie della Repubblica Turca di C. del Nord; 730.000 ab., esclusa la popolazione della Repubblica Turca di C. del Nord) dell'Europa, posto nel Mar Mediterraneo orientale, al largo delle coste della Siria e della Turchia. Capitale: Nicosia. Città principali: Limassol, Famagosta, Larnaca, Pafo. Ordinamento: Repubblica presidenziale. Il presidente, eletto a suffragio universale per cinque anni, è anche capo dell'Esecutivo. Il Parlamento è formato da 59 membri, eletti ogni cinque anni. Moneta: lira sterlina di C. Lingue ufficiali: greco e turco. Religione: greco-ortodossa della Chiesa nazionale autocefala; minoranze musulmane. Popolazione: Ciprioti (94,8%), Greci (2,5%), altri.

GEOGRAFIA

Il territorio è costituito da due serie di rilievi montuosi: la catena settentrionale, di calcari mesozoici (che culmina nel Monte Kyrenia, 1.100 m), e quella meridionale, di rocce vulcaniche (che culmina nel Monte Troodós, 1.953 m). In mezzo, si apre la pianura di Messaría, prevalentemente arida. Il clima è mediterraneo, con estati secche e inverni umidi.

ECONOMIA

L'economia si basa principalmente sull'agricoltura, praticata lungo la fascia costiera, che produce vino, olio, frumento, agrumi, cotone, tabacco, carrube. Dal sottosuolo si estraggono amianto, gesso, terre colorate, rame, cristallo di rocca.

STORIA

C. ebbe una fiorente civiltà preistorica di cui gli scavi hanno messo in luce importanti testimonianze. Fu colonizzata dai Fenici, dai Greci e dagli Egizi. Sacra a Cibele e ad Afrodite, nel 58 a.C. fu conquistata dai Romani; fece poi parte dell'Impero bizantino (IV sec. d.C.) e venne occupata dagli Arabi (648-746). Durante la Terza Crociata (XII sec.), passò nelle mani di Riccardo I di Inghilterra, che vi installò un proprio governatore, che resse l'isola fino alla successiva conquista da parte dei Veneziani nel 1489. Dopo la battaglia di Famagosta (1571) C. passò ai Turchi, che la governarono per quasi tre secoli, prima di cederla nuovamente alla Gran Bretagna nel 1878, che nel 1914 ne proclamò l'annessione e nel 1925 la dichiarò colonia della Corona. Dopo quattro anni di dura guerriglia contro gli Inglesi da parte dell'EOKA, il movimento di liberazione cipriota diretto dal colonnello Georgios Grivas, il 16 agosto 1960 C. conquistò l'indipendenza ed entrò a far parte dell'ONU. Secondo la Costituzione del 1960 il presidente è un greco-cipriota e il vice presidente un greco-turco. Il suo leader politico, l'arcivescovo Makarios, capo della Chiesa ortodossa, venne richiamato dall'esilio ed eletto presidente di un Paese che cercò di darsi un assetto politico tale da conciliare le esigenze delle due comunità turca e greca. Nel 1963 scoppiò una lotta armata tra i due gruppi etnici di C. con minacce di intervento da parte della Grecia e della Turchia. All'inizio del 1964 la flotta americana riuscì a evitare uno sbarco di truppe turche nell'isola. Lo stesso intervento dell'ONU non riuscì a ricomporre la contraddizione fra Makarios, deciso a fare di C. uno Stato greco ma autonomo, e la minoranza turco-cipriota, che chiedeva la creazione di uno Stato federato. Anzi, l'ala estremista del gruppo etnico greco, guidata da Grivas, accusò Makarios di debolezza e assalì nel 1967 alcuni villaggi turchi distruggendoli. L'intervento del Governo turco e la mediazione dell'ONU impedirono che si giungesse a una rottura definitiva fra le due comunità, anche per la pronta sconfessione data dal Governo di Atene alla linea di Grivas, che chiedeva l'annessione alla Grecia. Makarios, rieletto presidente nel 1968, iniziò una politica di distensione, facendo alcune concessioni alla minoranza turca. Il sinodo del clero cipriota confermò la propria fiducia all'arcivescovo Makarios, i cui nemici cominciarono allora a intensificare gli attacchi dinamitardi nel tentativo di rovesciarlo con la violenza. Nei mesi seguenti, in vista della ripresa delle trattative intercomunitarie tra Greci e Turchi, si assistette a una forte ripresa dell'attività terroristica da parte dei seguaci di Grivas. Nel gennaio 1974 morì Grivas. Il 15 luglio 1974 Makarios venne deposto da un colpo di Stato militare, favorito dai colonnelli di Atene; la presidenza venne assunta da Nikos Sampson, braccio destro di Grivas. Makarios lasciò l'isola per Londra, mentre continuavano i combattimenti tra le forze lealiste e i golpisti. I Turchi intervennero nel luglio 1974, provocando l'allontanamento di Sampson, che fu sostituito dal moderato Glafkos Clerides. Grazie alla mediazione anglo-americana e alla caduta del regime dei colonnelli ad Atene, cessarono i combattimenti e furono aperti i negoziati a Ginevra; ma mesi di trattative tra il presidente greco-cipriota Clerides e il capo della comunità turca Rauf Denktash non portarono a nulla, mentre 200.000 Greco-Ciprioti furono costretti ad abbandonare le loro case in seguito all'occupazione militare turca di oltre un terzo dell'isola. Nel dicembre 1974, i colloqui svoltisi ad Atene tra l'arcivescovo Makarios e il primo ministro greco Caramanlis portarono a un accordo sulla linea da seguire nelle future trattative con la comunità turco-cipriota. Tuttavia la massiccia immigrazione di contadini provenienti dalla Turchia, seguita all'invasione turca, ebbe come immediate conseguenze la modifica della composizione etnica dell'isola (la popolazione turco-cirpiota passò dal 18% al 40% della popolazione totale) e l'acuirsi della tensione tra le due comunità. Il 13 febbraio 1975 l'area settentrionale dell'isola, abitata in prevalenza da Turco-Ciprioti, si proclamò indipendente dal Governo centrale, costituendosi in Stato Federale Turco di C. presieduto da Rauf Denktash. Il nuovo Stato, nato come amministrazione autonoma e non come Repubblica indipendente, non fu riconosciuto dal Governo centrale di Nicosia. Nel 1976 si svolsero le elezioni politiche generali, che decretarono il successo del Partito di unità nazionale, guidato da Denktash, nel settore turco-cipriota, e del Partito del fronte democratico, guidato da Spyros Kyprianou, nel settore governativo. Negli anni seguenti le trattative proseguirono senza raggiungere risultati positivi e la morte di Makarios (agosto 1977) rese ancora più difficile il processo di riavvicinamento. I punti strategici dell'isola continuarono a essere presidiati dalle forze dell'ONU, col compito di garantire la pacifica convivenza tra le due comunità. Il Paese rimase spaccato in due parti ben distinte, finché il 15 novembre 1983, con decisione unilaterale, l'Assemblea legislativa della comunità turco-cipriota proclamò la costituzione della Repubblica Turca di C. del Nord (3.355 kmq; 192.000 ab.; moneta: lira turca), presieduta da Denktash. La nuova Repubblica fu riconosciuta però solo dalla Turchia, e non dall'ONU, che inizialmente condannò l'azione secessionista e, in un secondo momento, tentò una mediazione per la creazione di uno Stato bifederale. Nel 1992, l'ONU proclamò C. Paese con due comunità e con due regioni, con uguali diritti politici. Nel 1988 Kyprianou fu sostituito da Giorgis Vassiliu, a cui subentrò, nel febbraio 1993, il greco-cipriota Glafkos Clerides. Anche negli anni successivi risultarono inutili i tentativi di mediazione dell'ONU, degli Stati Uniti e dell'Ue per avviare negoziati di pace tra le due comunità, greca e turca. Questa situazione compromise la candidatura di C. all'Ue, la quale nel marzo 1998 acconsentì a far entrare nell'Unione la sola zona greca. Nelle elezioni presidenziali del febbraio 1998, Clerides venne rieletto presidente greco-cipriota. Nel giugno 2001 il Consiglio di sicurezza dell'ONU rinnovò la sua missione di pace sull'isola, mantenendo 2.400 soldati di controllo nella zona cuscinetto tra le parti greca e turca. Nel novembre dello stesso anno la Turchia annunciò la sua intenzione di invadere il Nord dell'isola se C. fosse stata ammessa all'interno dell'Unione europea prima del raggiungimento di un accordo tra Turchia e Grecia. Nel gennaio 2002 Clerides e Denktash intrapresero una serie di negoziati per risolvere la decennale divisione dell'isola. In novembre venne presentata una risoluzione ONU mirante alla riunificazione dell'isola e alla sua nuova organizzazione politica di tipo federale su modello svizzero. Nonostante un iniziale interesse da parte turco-cipriota, e sebbene l'ingresso dell'isola nell'Unione europea, siglato dal Summit di Copenhagen (13 dicembre 2002), fosse condizionato dall'accettazione del piano ONU, questo non ebbe seguito immediato e nel marzo 2003 il segretario generale Kofi Annan ne annunciò formalmente l'insuccesso. Le elezioni presidenziali del 16 febbraio 2003 sancirono la vittoria del candidato greco-cipriota Tassos Papadopoulos, da subito schierato contro il piano ONU. Il 16 aprile la parte greco-cipriota firmò il trattato di adesione all'Unione europea che le avrebbe assicurato l'ingresso nella comunità di Stati entro il 1° maggio 2004, a prescindere dall'unione dell'isola (a differenza degli altri nove Stati che nel 2004 entreranno nell'Ue, a C. non è stato indetto alcun referendum di approvazione). Il 23 aprile 2003, per la prima volta dopo 30 anni, venne riaperta la cosiddetta "linea verde", la linea di confine tra le due parti dell'isola, dopo la decisione turco-cipriota di allentare le restrizioni in vista di un riavvicinamento tra le due realtà etnico-politiche. I greco-ciprioti risposero pochi giorni più tardi annunciando la loro disponibilità a sollevare il divieto alla parte turco-cipriota di commerciare nel Sud del Paese. Le elezioni parlamentari tenutesi il 14 dicembre nella Repubblica Turca di C. del Nord si risolsero con una parità tra i due partiti a favore e contro l'unificazione, che ottennero 25 seggi parlamentari ciascuno, creando uno stallo politico. Il 1° maggio 2004 la sola Repubblica di C. entrò ufficialmente nella Ue.
Cartina di Cipro