La dottrina dei filosofi cinici. Comportamento basato su un
ostentato disprezzo per le leggi morali vigenti e per tutto ciò che viene
comunemente considerato degno di stima e di rispetto. Il
c., nel
significato attuale del termine, non ha più niente in comune con la
dottrina professata dagli antichi filosofi
cinici
(V.). Il cinico d'oggi è infatti colui che
non ha fede negli ideali e nei valori ufficialmente riconosciuti, che irride a
tutto ciò per cui gli altri in genere si esaltano e commuovono, che
ricava piacere dalla negazione sistematica di qualsiasi valore e ideale, con
intenti puramente distruttivi. Nelle sue forme inferiori e più diffuse il
c. sconfina spesso in quella forma di volgarità che è il
compiacimento per tutto ciò che è meschino e laido, accompagnato
dal rancore verso ciò che si eleva sopra la propria bassezza. Al
contrario, nelle sue forme superiori il
c. conserva una parte dell'antico
disprezzo per le convenienze, espresso, non senza acutezza intellettuale, da
spiriti mordaci, negatori di ogni forma di ipocrisia e di
conformismo.