Dramma in cinque atti, in versi e in prosa, di William
Shakespeare, rappresentato nel 1609 o 1610. Imogene, figlia di Cimbelino, re di
Britannia, si è segretamente sposata con Leonato Postumo. La regina,
matrigna di Imogene, che avrebbe voluto vederla sposa a suo figlio Cloten, fa
bandire Postumo, che, recatosi a Roma, allo scopo di provare la fedeltà
della moglie, lancia una sfida al gentiluomo Iachino: se egli riuscirà a
guadagnare il favore di Imogene, riceverà, in dono l'anello con diamante
che ella gli ha dato. L'intraprendente Iachino cerca di sedurre Imogene, ma ne
è respinto, riesce però a penetrare nella sua camera e nota un neo
caratteristico che Imogene ha sul seno. Le prove da lui prodotte convincono
Leonato, che gli dà l'anello e scrive a Pisanio, suo servo a Corte,
ordinandogli di uccidere Imogene. Ma Pisanio ne ha pietà e la induce a
scappare, travestita da giovinetto. Imogene è raccolta da Belario, un
patrizio bandito, e dai giovani da lui allevati come propri figli, che
però sono, a loro insaputa, figli di Cimbelino, rapiti da Belario per
vendicare l'ingiustizia del re verso di lui. Sbarca intanto un esercito romano,
per costringere Cimbelino a pagare all'imperatore un certo tributo, che la
regina ha persuaso Cimbelino a sospendere. Nella battaglia che ne segue, i
Britanni sono dapprima volti in fuga, ma poi, anche per il valore di Postumo, le
sorti della battaglia vengono capovolte. In una scena finale, tutti i nodi
dell'intreccio saranno sciolti: Postumo saprà che la moglie è
innocente; il re Cimbelino, ritrovati i figli, perdonerà a tutti e
pagherà perfino il nuovo tributo; si saprà che la perfida regina
è morta, dopo aver confessato le sue trame; Imogene e Postumo si
riconcilieranno. Pur ricco di spunti felici e di bellissime scene, il dramma di
Shakespeare non è all'altezza delle sue opere maggiori.