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Chiodo.

(dal latino clavus). Piccola asta metallica, costituita da una testa, un gambo e una punta, e usata per unire tra loro due materiali. Esistono innumerevoli varietà di c.: c. fucinati, da cavallo, punte, semenze, bullette, brocche, ribattini, arpioni, ecc. Le teste dei c. possono essere di forma colma, a goccia di sego, piana, accecata, ecc. I c. ebbero nell'antichità una notevole importanza sia come elementi ornamentali che come amuleti religiosi contro gli spiriti maligni (Assiro-Babilonesi). Essi erano cesellati a mano nel rame o nel bronzo; spesso però erano usati anche materiali preziosi, quali oro e argento. Più tardi venne adottato il ferro dolce, che i fabbri ferrai battevano a caldo sino ad ottenere la forma voluta. Le prime macchine atte alla produzione dei c. apparvero verso la fine del XVIII sec. in Inghilterra. Quelle moderne compiono automaticamente tutte le operazioni e sono di facile sorveglianza. La materia prima è costituita da filo di ferro (o d'acciaio) cilindrato e del diametro voluto; questo, passando nella macchina viene appuntito, tagliato e ribadito in testa. Man mano che escono dalla macchina, i c. vengono passati in tamburi rotanti insieme a segatura dove, per sfregamento, vengono liberati dalle sbavature e nel tempo stesso detersi dal grasso con cui il filo viene lubrificato (c. da punte di Parigi). Alcuni c. vengono invece ottenuti da lamiere tagliate a freddo in varie forme a secondo che debbano essere provvisti o no di testa, come ad es. i c. da calzolaio.