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Chiave.

Attrezzo costituito da un'impugnatura e da un fusto che ha alla sua estremità una palettina variamente sagomata. Serve per azionare una serratura corrispondente. Si chiama anche c. quell'attrezzo che viene adoperato per girare le viti o i dadi dei bulloni. Strumento antichissimo: fu introdotto nella Grecia probabilmente dall'Egitto. Fra i Romani le più grandi e grossolane si facevano di ferro. Quelle che furono scoperte a Pompei e altrove sono per la maggior parte di bronzo. L'uso geloso della c. presso i Romani diede origine alla frase metaforica sub clavi esse, essere sotto chiave, per indicare la segretezza di un affare. ║ C. da muro: elemento di ferro posto orizzontalmente lungo i muri. Reagisce alle spinte oblique riportate sui muri. ║ C. di volta: in architettura, elemento centrale, dove s'incrociano i costoloni della volta, a foggia di borchia o di altri motivi floreali o decorativi: è il blocco di pietra che con il proprio peso innestato all'incrocio delle costolature equilibra le spinte delle varie parti della volta. ║ C. inglese: dispositivo che serve ad allentare o a stringere dadi di ogni dimensione, grazie ad una vite senza fine sulla quale è impanata una delle ganasce. ║ C. musicale: segno posto all'inizio del rigo per definire il nome delle note e l'altezza dei suoni corrispondenti. Può essere di tre classi: di fa, di do e di sol.