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Chiaroscuro.

In disegno o pittura: rappresentazione degli effetti di luce determinati da una sorgente luminosa che illumina alcune parti e ne lascia altre in ombra. È il mezzo per rappresentare la terza dimensione, cioè per dare l'illusione del rilievo dei corpi e della profondità dello spazio. Scoperto dai Greci (primi fra tutti Apollodoro e Zeusi) fu intelligentemente usato anche dai Romani: ne sono prova le pitture di Ercolano e di Pompei. Con l'avvento dell'arte bizantina, che aborriva ogni idea di plasticità nella pittura, il c. venne completamente trascurato, restando nell'oblio per tutto il Medioevo. Risorto nel Rinascimento, soprattutto per merito di Leonardo da Vinci, il quale non si limitò a realizzarlo nelle sue opere, ma ne trattò anche nei suoi scritti teorici, trovò nel '600 uno dei più alti interpreti nel Caravaggio. ║ Incisione a c.: xilografia a più tinte ottenuta mediante l'impressione di diversi legni.