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Chaplin, Charles Spencer.

Regista e attore cinematografico inglese. Nato a Londra alla fine dell'epoca vittoriana, trascorse l'infanzia in un clima di estrema precarietà con i genitori, artisti del music-hall. Scoperto da Fred Karno, sostenitore della grande tradizione della pantomima inglese, venne ingaggiato con il fratello Sidney per una serie di spettacoli. Recatosi in tournée a Parigi, approdò infine negli USA, dove nel 1913 incontrò Mack Sennet che ne determinò l'ingresso nel mondo del cinema. Fece il suo apprendistato nei film girati per la Keystone, comparendo in un primo tempo in parti per nulla dissimili da quelle recitate da altri attori comici che lo circondavano, anche se particolarmente osteggiato fu il suo stile pantomimico che mal si accordava all'azione convulsa e precipitosa dei film di Sennet e alle esigenze espressive dei registi, che giunsero a rifiutarlo come loro attore. Infine C. persuase Sennet a farlo recitare alla sua maniera: nel frattempo si pose alla ricerca di una truccatura personale. La sua grande ammirazione per il comico francese Max Linder lo portò a concepire l'idea di fare una caricatura a un dandy, con bastoncino e bombetta al posto del cilindro; baffi a spazzolino, panciotto enorme nonché un paio di scarpe vecchie di Ford Sterling che dovevano dare il tocco definitivo. Tra i moltissimi e brevi film girati per la Keystone, comparvero nel 1914, per la regia di "Pathé" Lehrman: Making a Living, Kid Auto Races in Venice (Charlot si distingue), Between Showers (Charlot e il parapioggia), e per la regia e sceneggiatura di C. stesso, Caught in a Cabaret (Charlot garzone di caffè), The Knockout, (Charlot e Fatty boxeurs), Dough and Dynamite, The Property Man (Dietro le quinte), His Prehistoric Past (Charlot re per un giorno) e Tillie's Punctured Romance (Il romanzo di Tillie). Nonostante la non eccelsa originalità di questo primo anno di attività cinematografica, il successo che pubblico e critica attribuirono immediatamente a C. fu travolgente, tanto che egli firmò subito un contratto con l'Essanay, in virtù del quale gli venne riconosciuta un'ampia facoltà di scelta riguardo ai soggetti e anche una grande libertà riguardo alla sua organizzazione del lavoro. Ne conseguì che il buffo personaggio delle precedenti comiche cominciò ad acquisire caratteri più singolari, una propria dignità e il nome di Charlot. Il passaggio dalla farsa alla satira è riscontrabile nei quattordici film apparsi nel 1915 e girati quasi tutti in California con la collaborazione di Edna Purviance, Leo White, Wesley Ruggles e dell'operatore Rollie Totheroth, rimasto con lui fino al 1950. Nacquero così His New Job, A Night out, The Champion (Charlot boxeur), In the Park, Jitney Elopement, The Tramp (Charlot vagabondo), By the See, Work (Charlot apprendista), A Woman or The Perfect Lady, The Bank (Charlot inserviente di banca), A Night at the Show (Charlot al teatro), Police Carmen. Tra il 1916 e il 1918, lavorò per la Mutual, cui era legato da un contratto di 670.000 dollari per dodici film: oltre ad assumere altri collaboratori, C. riuscì ad esprimere la sua vena inesauribile in quasi tutte le sue creazioni. Nel 1916 apparvero The Floorwalker (Charlot caporeparto), The Fireman (Charlot pompiere), The Vagabond (Il vagabondo), One A.M. (Charlot rientra tardi), Triple Trouble, The Count (Charlot conte), The Pawnshop (Charlot usuraio), Behind the Screen (Charlot macchinista), The Rink (Charlot al pattinaggio o Charlot a rotelle) e nel 1917 Easy Street (La strada della paura o Charlot poliziotto), The Cure (La cura miracolosa o Charlot fa una cura), The Immigrant (Charlot emigrante) e The Adventurer (Charlot avventuriero o L'evaso). Divenuto in tal modo ancora più celebre, stipulò nel 1918 un contratto con la First National per cui produsse A Dog's Life (Vita da cani o Chi la fa l'aspetti), Shoulder Arms (Charlot soldato). Risale allo stesso anno il matrimonio con Mildred Harris e la fondazione di un proprio stabilimento di produzione, Lone Star. Nel 1919 apparve sugli schermi Sunny side (Un idillio nei campi) che, con le due pellicole immediatamente precedenti, costituisce una trilogia in cui sempre più radicali ed evidenti si fanno quegli elementi di aperta critica sociale che eran già apparsi nelle prime opere. Anche A Day's Pleasure (Una giornata di vacanza) ottenne nello stesso anno un enorme successo: ormai perfettamente padrone dei suoi mezzi drammatici e consapevole sia della sua tecnica che del carattere essenziale della sua comicità fondò, assieme a David Griffith, Mary Pickford e Douglas Fairbanks, la United Artists (Artisti Associati). Dopo aver divorziato, nel 1920, da Mildred Harris, nel 1921 apparvero sugli schermi The Idle Class (Charlot e la maschera di ferro o I disererdati) e The Kid (Il monello), il suo primo lungometraggio, per la cui presentazione si recò in Europa, ove fu accolto come un trionfatore. I suoi film esprimono da un lato un attacco durissimo contro i "ricchi" e dall'altro la continua rivendicazione della dignità per ogni emarginato, di cui il suo personaggio diviene l'emblema. Egli stesso definì così la sua arte: "Mi sforzo d'economizzare i miei mezzi; in L'evaso, mangiando un gelato, lo lascio scivolare giù per i pantaloni e finisce per cadere dal balcone nella scollatura d'una signora elegantemente vestita; un solo fatto basta per mettere in imbarazzo due persone e provocare due risate distinte. Si tien conto così di due elementi della natura umana: la tendenza dello spettatore a provare la medesima impressione dell'attore e il piacere del pubblico nel vedere i suoi guai. Se avessi fatto cadere il gelato nel collo d'una povera donna di servizio, non ne sarebbe nato il riso, ma un moto di simpatia per la poveretta". Uscito nel 1922 Pay Day (Giorno di paga), l'anno seguente fu caratterizzato dal successo di The Pilgrim (Il pellegrino) e dall'esperienza di A Woman of Paris (Una donna a Parigi, noto anche come L'opinione pubblica). Queste ultime opere nacquero tutte dalla profonda commozione riportata dall'autore in seguito al viaggio in Europa, cornice di un modello barcollante e disfatto, immiserito dalla guerra, che tanto più rafforzò non solo il suo credo genericamente umano, ma anche la sua decisione ad affrontare argomenti più profondi e impegnativi. Una donna a Parigi, segna inoltre una tappa abbastanza insolita nella carriera del grande artista; qui infatti per la prima e unica volta si cimentò in un film drammatico puntando tutto sulla sua capacità di regista, con un risultato che lasciò abbastanza sconcertati i suoi abituali sostenitori. Sposatosi nel 1924 con Lita Grey ritornò trionfalmente alla sua vena comica con The Gold Rush (La febbre dell'oro) (1925). Questi anni sono particolarmente significativi nella storia dell'America e non è senz'altro troppo azzardato affermare che i film di C. costituiscono una testimonianza preziosa, arricchiti come furono costantemente da ogni esperienza umana del loro autore, che, ponendosi sempre dal punto di vista degli esclusi e degli oppressi, divenne uno dei maggiori accusatori e dissacratori della falsa coscienza di un certo tipo di società. The Circus (Il circo), apparso nel 1928, è caratterizzato da un'amarezza che sarà tipica di tutte le opere seguenti e renderà ancor più grande e sostanzialmente drammatica la sua comicità. Decisamente ostile alla comparsa del sonoro, dopo tre anni di accanito lavoro, portò finalmente a termine City Lights (1931, Luci della città), film muto con sincronizazione sonora, usata non già per esprimere il suo pensiero, ma soltanto i discorsi degli altri e, a volte, suoni prodotti da lui stesso. La presentazione di tale sua opera dà a C. l'occasione per un nuovo lungo soggiorno in Europa e per un viaggio intorno al mondo. Al ritorno negli USA, dalla terribile esperienza della crisi economica del 1929 seppe trarre l'ispirazione per uno dei suoi capolavori, Modern Times (Tempi Moderni), apparso nel 1936 e di una tale chiarezza ideologica da essere proibito e bandito dai fascisti. La consapevolezza della minaccia rappresentata per il mondo dal fascismo e dall'imminente guerra produce il diretto impegno politico e sociale attestato da The Great Dictator (Il grande dittatore), uscito nel 1940 e causa di nuove persecuzioni per il suo autore, unitosi nel 1943 a Oona O'Neil, figlia dello scrittore Eugene O'Neil. La fine della guerra segnò il definitivo abbandono del personaggio di Charlot, ma non della problematica da lui espressa: nel 1947 infatti il grande C. riuscì ad esprimere sullo schermo in Monsieur Verdoux, con incredibile maestria le acute riflessioni e la feroce critica alla società, suggeritegli dalla pazzesca e illogica esperienza della seconda guerra mondiale. Ormai apertamente perseguitato dal maccartismo, nel 1952 diresse il suo ultimo film di Hollywood, Limelight, (Luci della ribalta): nell'ottobre di questo anno infatti C. con tutta la sua famiglia si imbarcò alla volta dell'Europa, fermamente deciso a non ritornare in America, stabilendosi in Svizzera, presso Vevey. Nella presentazione europea di Luci della ribalta pronunciò la sua difesa dalle accuse del governo americano dichiarando: "Credo nella libertà: tutta la mia politica è qui; sono per gli uomini perché questa è la mia natura. Non credo ai virtuosismi tecnici, alle passeggiate della macchina da presa intorno alle narici delle dive; credo alla mimica, credo allo stile. Non pretendo d'avere una "missione". Il mio scopo è dar piacere alla gente". Nel 1957, l'ormai vecchio regista e attore, tornò agli schermi con A King in New York (Un re a New York), che fu accolto con una certa perplessità da chi non riusciva a staccarsi dall'usuale immagine del suo protagonista, e che fu realizzato a Londra. Nel 1960 l'università di Oxford gli conferì la Laurea honoris causa; nel 1964 comparve in tutto il mondo la raccolta delle sue memorie, pubblicate col titolo di La mia autobiografia, composte tra il 1958 e il 1962. L'ultimo film realizzato da C. sempre a Londra, fu The Countess of Hong Kong (La contessa di Hong Kong), per cui si avvalse dell'interpretazione di Sophia Loren e di Marlon Brando e che, uscito nel 1966, fu accolto molto freddamente dalla critica. La fama e l'importanza non solo cinematografica di C. fu tale che numerose furono le attestazioni pubbliche di omaggio tributategli in tutto il mondo, ma quella forse più interessante è il riconoscimento ufficiale e la pubblica riconciliazione con gli USA avvenuta nel 1972, in occasione del conferimento del premio Oscar: ormai ottantenne, C. è riuscito a vincere anche la sua ultima e più importante battaglia, anche se questa gli è costata molta amarezza e soprattutto un certo cinico qualunquismo delle sue ultime affermazioni (Londra 1899 - Vevey 1977).
Charlie Chaplin in “La febbre dell'oro”, 1925

Charlie Chaplin in “Luci della città”, 1931