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Cervelletto.

Anat. - Parte dell'encefalo che occupa la parte posteriore e inferiore della cavità del cranio; la sua funzione sembra essere essenzialmente quella di armonizzare i movimenti del corpo, mantenere l'equilibrio e determinare il tono vitale; non ha però influenza alcuna sulla vita cosciente. Il suo peso si aggira intorno ai 500 g nell'uomo adulto, ma può variare da individuo a individuo; nella donna il c., in proporzione a tutto l'encefalo, è più grande che nell'uomo. Lo spessore è di circa 5 cm, il diametro trasversale 8-10 cm; il diametro anteroposteriore 5,5-6,5 cm. Il c. è formato da tre porzioni distinte (lobi): due laterali, detti emisferi, e una mediana allungata, chiamata verme. In sezione il c. presenta gruppi di sostanza grigia e di sostanza bianca; la prima forma la corteccia cerebellare e riveste tutto il c.; la seconda si trova al centro e costituisce una massa voluminosa, detta corpo midollare. La corteccia ha uno spessore che varia da 1 mm a 1,5 mm; è di color grigio chiaro nella zona esterna, giallo-rossastro in quella interna; tra queste due zone si trovano le voluminose cellule di Purkyne, a cui si congiungono moltissime fibre nervose provenienti indirettamente dal cervello, dall'occhio, dall'orecchio e dalla pelle, e da cui si dipartono altre fibre. Il c. è collegato ad altre parti del sistema nervoso, mediante tre peduncoli cerebellari: superiore, mediano e inferiore. L'inferiore tocca il midollo spinale e porta fibrille a tutte le parti del corpo; il medio è formato da ramificazioni del cervello che governano i muscoli; il superiore è fornito di una grande quantità di fibre che comunicano con i centri nervosi, regolatori di tutti i movimenti. Il c. è più o meno sviluppato nei vari animali, in rapporto al senso di equilibrio e ai movimenti che l'animale richiede; cosicché negli uccelli - in proporzione - è più grande che nell'uomo; viceversa nei rettili è piccolissimo. Quando ad un animale si tolga il c., esso assume un andamento indeciso e debole; asportandone metà si verifica contorsione del tronco, ripiegamento verso la parte offesa, deviazione degli occhi, ecc.; entro tre mesi però l'animale guarisce quasi completamente, perché una parte del cervello viene ad assumere il compito del c. Anche l'uomo può guarire dopo la distruzione o asportazione quasi totale del c. Il c. può essere colpito da emorragie, con conseguente paralisi cerebrale, ascessi, derivanti generalmente da infezioni provenienti dall'orecchio medio o da tumori. I sintomi di una qualsiasi malattia del c. sono: andatura barcollante e instabilità ad ogni movimento un po' rapido e al minimo ostacolo; molto spesso il paziente non riesce a misurare esattamente le distanze.