Scrittore spagnolo. Uomo d'azione e di cultura, nel 1571
combatté alla battaglia di Lepanto, poi a Corfù, all'assedio di
Navarino e all'impresa di Tunisi (1573). Fu di guarnigione, l'anno seguente, a
Napoli e a Palermo. La vita del
C. coincide con i primi tempi della
decadenza della Spagna e appare sintesi di quel duplice mondo, picaresco e
eroico, tra i cui estremi oscillava la vita nazionale. Poeta di scarse
virtù, il suo maggior poema è il
Viaje del Parnaso (1614,
Viaggio del Parnaso), in cui il motivo del viaggio consente la critica
dei poeti contemporanei. Come drammaturgo, ci ha lasciato oltre otto intermezzi
e dieci commedie, composti nel decennio anteriore alla pubblicazione delle
Novelas ejemplares (1613,
Novelle esemplari);
El cerco de
Numancia (
La Numanzia) e
El trato de Argel (
La vita ad
Algeri), in cui rivela scarso interesse per la struttura drammatica e,
invece, spiccata preoccupazione psicologica;
El rufián dichoso
(
Il briccone fortunato),
La gran Sultana Catalina de Oviedo, Pedro de
Urdemalas; migliori fra tutte:
Los Banos de Argel, rifacimento di
El trato de Argel, e il
Pedro de Urdemalas, ricco di poesia; da
tutte è evidente che il
C. intuì l'essenza della futura
commedia nazionale. Negli intermezzi il
C. è insuperabile; in essi
il realismo dei
pasos di Lope de Rueda è trattato in temi attinti
al Rinascimento italiano, alla vita della
hampa, al folklore, realizzando
quadri di ambiente di straordinaria precisione e penetrante psicologia.
Galatea, la prima opera pubblicata dal
C. (1584), è un
romanzo pastorale di scarso interesse nell'azione, ma di grande valore quale
documento dell'estetica dell'autore. Le dodici
Novelle esemplari colgono
varie influenze e tendenze, realistiche le une, idealistiche le altre, di
origine tipicamente spagnola o ispirate invece alla Rinascenza italiana. Nel
1605 veniva pubblicato il
Don Chisciotte. Sintesi dei più vari
modelli della letteratura narrativa contemporanea (romanzo pastorale, novella
italiana, romanzo cavalleresco), i vari motivi si intrecciano intorno alle
avventure del cavaliere e del suo scudiero. L'opera è una dolorosa
parodia di quell'eroismo e di quel senso di giustizia che va crollando di fronte
alla meschinità della vita quotidiana, in cui ideale e realtà non
riescono ad armonizzare. I due eroi sono simboli entrambi dello spirito del
tempo: illusione l'uno, materialismo l'altro. Tutti i motivi letterari del XVI
sec., narrativi e critici, sono contenuti nell'opera. Ultimo lavoro del
C. fu:
Los trabajos de Persiles y Segismunda (1617,
Le
traversie di Persile e Segismunda), sintesi delle apparizioni, sogni e
imprese giovanili dell'autore (Alcalà de Henares 1547- Madrid
1616).
Un'immagine di Miguel de Cervantes