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Cereali.

(dal latino cerealis, der. di Ceres: Cerere, dea protettrice delle biade). Piante della famiglia delle Graminacee, usate prevalentemente per alimentare l'uomo e gli animali domestici, dopo aver provveduto alla macinazione per ridurle in farina. I frutti, commestibili, in media hanno la seguente composizione: acqua 10-12%; proteine dal 10 al 12%; idrati di carbonio dal 65 al 75%; grassi dal 1/2 all'8%; minerali 2%. Il c. più nutriente è l'avena, seguita immediatamente dalla farina di frumento, che contiene minore quantità di grassi; il granturco ha approssimativamente lo stesso potere nutritivo del frumento, ma contiene minore quantità di sali minerali e maggiore quantità di grassi. L'orzo, rispetto al frumento, contiene maggior quantità di grassi ma minore quantità di proteine; si può ottenere un pane nutriente, ma di difficile digestione e di cattivo impasto, mescolando farina di orzo e di frumento, nelle proporzioni di 2 e 1. Il riso è il c. più povero di proteine, grassi e minerali, ma in compenso è piuttosto ricco di carboidrati. I c. contengono inoltre la vitamina B, la cui deficienza può provocare lo scorbuto, il beri-beri, ecc.; anche la vitamina A, necessaria alla crescita e allo sviluppo dell'individuo e la cui mancanza provoca il rachitismo nei bambini, è contenuta in tutti i c. Durante la cottura il c. viene depauperato di vitamine, ma gli idrati di carbonio rimangono inalterati. Altri c. sono: segale, miglio, sorgo o saggina, ecc.