Scultore, fonditore, orafo e scrittore italiano. Le sue
opere sono famose, oltre che per la perfezione tecnica, per l'estrosa
genialità. Citiamo: la grande
saliera d'oro eseguita per Francesco
I di Francia; la
Ninfa di Fontainebleau ora al Museo del Louvre, i busti
di
Cosimo I de' Medici e di
Bindo Altoviti; il
Crocifisso in
marmo, donato ad Eleonora di Toledo; il
Perseo, che si ammira a
Firenze sotto la loggia dei Lanzi. Ci lasciò anche una autobiografia
bizzarra e curiosa, nelle cui pagine prende rilievo il suo temperamento
insofferente e rissoso, e uno stile personalissimo, che sfugge ad ogni
classificazione. Nella
Vita il
C. riferisce numerosi particolari
della sua avventurosa esistenza e delle sue peregrinazioni da Firenze a Roma, a
Napoli, a Mantova, a Fontainebleau; narra di aver ucciso, durante l'assedio di
Roma, cui prese parte come difensore (1527), il Conestabile di Borbone, che
capitanava i lanzichenecchi. Ma oltre all'elemento strettamente personale,
questa autobiografia è preziosa per la conoscenza che ci dà della
vita e della società italiana e francese del tempo. Scrisse anche un
trattato sull'oreficeria e uno sulla scultura (Firenze 1500-1571).