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Castoro.

Mammifero dell'ordine dei roditori dal quale si trae una pelliccia preziosa; ha corpo tozzo, coperto d'un folto pelo sericeo castano; capo rotondo, con brevi orecchie, gambe forti con piedi palmati, coda assai sviluppata. Comune in Siberia e nel Canada. I c. sono essenzialmente acquatici; nuotano benissimo, perché i loro piedi posteriori somigliano a larghi remi, e la coda ad un timone. Verso il mese di giugno o di luglio i c. si riuniscono in numero di due o trecento, per costruire un villaggio. L'esercito industrioso comincia a scegliere un albero abbastanza alto collocato sulla riva del fiume. Parecchi c. prendono ad intaccarlo alla base, lo segano letteralmente coi loro forti e taglienti incisivi, e lo fanno cadere attraverso alla corrente. Quest'albero, che talora è grosso come il corpo di un uomo, costituisce la base, e, in certo modo, la chiave di volta di tutto l'edificio. Una volta abbattuto, altri c. gli tolgono i rami, onde possa solidamente attraversare il fiume sulle due sponde sulle quali posano le due estremità. Nello stesso tempo il resto della comitiva si disperde sulle due rive; segano gli alberi più piccoli, tolgono loro i rami e ne fanno tanti piuoli; poi li mettono nell'acqua e li portano fino sul sito della diga. Ciò fatto, altri operai infiggono i piuoli nel letto del fiume; alcuni coll'aiuto della bocca e delle zampe anteriori li tengono verticalmente, mentre altri scavano buchi che debbono riceverne la punta affilata. Questi piuoli vicini gli uni agli altri, e appoggiati al grosso albero che attraversa il corso d'acqua, sono in seguito rilegati tra loro in modo da formare una diga che presenta molti interstizi. I c. salgono sulla sponda, impastano la terra coi piedi, la battono colla coda, poi trasportano questa specie di stucco fino alla loro diga, e ne turano tutti i buchi. La bocca e le zampe anteriori sono i veicoli che servono a compiere questi trasporti. Dopo questa muratura la diga è terminata. Ha talora fino a 30 o 35 m di lunghezza su 3 o 4 m di spessore alla base. Sulla cima l'edifizio non oltrepassa un m di larghezza, perché è tagliato obliquamente dal basso all'alto, disposizione meglio conveniente per smorzare l'urto della corrente, e sostenere il peso dell'acqua. Terminati questi preparativi, la massa di c. si divide in tante piccole compagnie, le quali procedono, isolatamente e ognuna per conto proprio, alla costruzione di una capanna comune. Le loro casette sono fabbricate sopra palafitte, in riva all'acqua. Sono in forma rotonda od ovale, e hanno 2 o 3 m di diametro interno. Si compongono di due, talora anche di tre piani, di cui il più basso serve da magazzino; gli altri sono destinati specialmente per l'abitazione. I muri hanno fino a 60 cm di spessore e terminano in un soffitto a mo' di cupola. Tutto, le mura e la cupola, è murato con cura e reso impenetrabile all'acqua, mentre nel tempo stesso può resistere ai più forti venti. Il legno, la pietra, la sabbia, il fango sono le principali materie di questi edifici, cementati poi da uno stucco che il c. applica con la coda, che gli fa ufficio di cazzuola. La più perfetta concordia, l'armonia più esemplare, regnano nella colonia. Quando uno dei c. sospetta qualche pericolo, ne fa avvertita la piccola repubblica, battendo a varie riprese l'acqua colla coda. Ne risulta un rumore il quale, mercé la pronta trasmissione del suono delle onde liquide, si propaga rapidamente in tutte le abitazioni. All'istante ognuno provvede a sottrarsi al pericolo: gli uni si tuffano, gli altri si rinchiudono nelle loro case, ove nessun nemico, fuorché l'uomo, potrebbe raggiungerli. La gestazione della femmina del c. è di quattro mesi, e nel gennaio partorisce da due a cinque piccoli. Li cura con grande attenzione. Dopo alcune settimane sono sufficientemente forti, non già per fare a meno di protezione, ma per seguir fuori la madre. In questo frattempo il maschio è scomparso: è andato in giro per i boschi, in cerca di teneri germogli, di scorze fresche, di radici di ninfea e di altre piante acquatiche. La fine dell'estate riconduce nella colonia questi amanti della villeggiatura, e tutti si mettono in opera per riparare la diga e le loro capanne, che hanno spesso sofferto delle inondazioni della primavera.