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Castagna.

Frutto del castagno, costituito da uno o più acheni arrotondati e bislunghi, convessi da una parte, di color bruno, aderenti ad un involucro, irto di spine, il riccio, che si apre alla maturità in quattro valve e lascia cadere i frutti. Ha un alto potere nutritivo (pari a un terzo di quello del grano). La c. è di difficile digestione, specialmente se mangiata cruda; diviene più facilmente digeribile, se bollita nell'acqua oppure arrostita. La farina di c. si presta a molte preparazioni: il castagnaccio, i necci, i mistocchini, ecc. Le foglie e la corteccia del castagno hanno trovato applicazione nella medicina domestica, per infusi o decotti, contro la febbre, la pertosse e altre irritazioni delle vie respiratorie. Come alimento la c. non è consigliabile per i malati. ║ C. d'acqua: pianta acquatica della famiglia delle Enoteracee, che ha due specie di foglie: quelle sommerse sono opposte e divise in lacinie capillari; quelle che galleggiano hanno il picciolo rigonfio e una lamina romboidale intera e irregolarmente dentata. I fiori, ascellari, sono ermafroditi e tetrameri. Il frutto ha la forma di cono con quattro sporgenze spinose. Ha un seme commestibile di sapor dolce e ricco di idrati di carbonio (49 per cento) e di albuminoidi (10%). Il guscio dei frutti (usati per far corone di rosario) è amarissimo ed è un rimedio contro le febbri.