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Carter, James Earl.

(detto Jimmy). Uomo politico statunitense. Figlio di un agricoltore segregazionista della Georgia, di origine irlandese, frequentò l'Accademia navale di Annapolis e, ultimati gli studi, all'inizio degli anni Cinquanta prese parte alla realizzazione del primo progetto di sommergibile nucleare. Ritornato in Georgia, dopo la morte del padre (1953), per assumere la direzione della fattoria paterna, la trasformò presto in una delle più moderne e prestigiose aziende agricole. Abbracciata l'attività politica, nel 1962 ottenne un seggio al Senato della Georgia per il Partito democratico e nel 1970 riuscì a farsi eleggere governatore, sulla base di un programma antisegregazionista che gli valse l'appoggio dei neri, senza fargli perdere quello della maggioranza dei bianchi. Nel 1974 divenne presidente della Commissione per la campagna elettorale del Partito democratico, iniziando la scalata alla Casa Bianca. Del tutto sconosciuto in campo nazionale, guadagnò presto una vasta popolarità, riuscendo a imporsi nelle elezioni primarie del 1976, sui senatori Jackson e Humphrey e ad ottenere la nomination democratica. Altrettanto facilmente riuscì a imporsi nel novembre successivo sul candidato repubblicano, il presidente uscente Ford, sulla base di un programma di centrosinistra, non privo di venature di destra, teso a far ritrovare all'America la via del rilancio nazionale e internazionale, del riscatto morale e civile, in nome del ritorno alle origini, alle tradizioni e all'antica saggezza dei pionieri. Nell'ambito della politica estera il "nuovo ordine" di C. prevedeva una più intensa collaborazione con l'Europa e col Giappone, un'intensificazione dei negoziati con l'URSS e la Cina, pace in Medio Oriente e difesa della sopravvivenza di Israele. Nonostante alcuni rilevanti successi (il più importante dei quali si verificò nel 1978, allorché C. creò i presupposti per la conclusione dello storico trattato di pace tra Egitto e Israele, firmato a Camp David nel 1979), eventi storici incombenti, come la vicenda degli ostaggi americani in Iran, l'invasione sovietica dell'Afghanistan (in risposta alla quale il presidente statunitense decise il boicottaggio degli atleti USA alle Olimpiadi di Mosca del 1980), l'accordo per la limitazione degli armamenti SALT 2 (non rispettato in seguito perché non gradito agli Americani), la politica dei diritti umani che metteva in difficoltà alcune delle più feroci dittature (di Pinochet, dello Scià), la caduta del regime di Somoza in Nicaragua e la grave crisi economica, divenuta maggiormente acuta nel novembre 1980 (più di sette milioni di disoccupati), contribuirono alla sua caduta. L'elettorato americano, provato dalle numerose sconfitte, gli preferì Ronald Reagan, che venne eletto il 15 dicembre 1980. Lasciata la presidenza, C. si distinse per il suo impegno a favore dei diritti umani, fondando ad Atlanta il C. Center, un istituto no-profit specializzato nell'analisi e nella realizzazione di progetti di carattere sociale in ambito nazionale e internazionale, in cui mise a frutto la sua esperienza di mediatore. A partire dagli anni Ottanta C. svolse diverse missioni diplomatiche in campo internazionale, molte delle quali su incarico della Casa Bianca: nel 1989 si recò in Sudan per tentare di dirimere le controversie tra il Governo di Khartoum e la guerriglia dell'Esercito di liberazione del popolo sudanese; nello stesso anno offrì il proprio contributo di mediatore nel conflitto tra Etiopia ed Eritrea; nel 1990 si adoperò per riaprire le trattative di pace in Medio Oriente. Nel 1992, anno dell'elezione del democratico B. Clinton alla presidenza degli USA, C. rafforzò il suo ruolo. Nel 1994 fu impegnato nel negoziato con Kim Il Sung per limitare le aspirazioni nucleari della Corea del Nord, favorendo inoltre il primo incontro della storia tra i presidenti delle due Coree. Nello stesso anno, su esortazione di Clinton, si recò ad Haiti, dove raggiunse un accordo con il regime militare del generale R. Cedras per un ritorno al potere del presidente in carica J.-B. Aristide, evitando l'intervento armato degli Stati Uniti. Alla fine del 1994 si adoperò per raggiungere una tregua nel conflitto serbo-bosniaco-croato. Osservatore e mediatore in diverse crisi internazionali (in Sudan, Burundi e Ruanda, Nigeria, Perú, Nicaragua) di fine millennio, nel maggio 2002 fu invitato personalmente da F. Castro a Cuba, dove incontrò alcuni rappresentanti dei dissidenti cubani, mentre a luglio si recò a Caracas nel tentativo di sollecitare una soluzione pacifica delle divisioni interne al Paese. Per il suo impegno a favore dei diritti umani nello stesso anno gli fu assegnato il premio Nobel per la Pace (n. Plains, Georgia 1924).
Jimmy Carter