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Carso.

Regione che comprende la Selva di Tarnova, la conca di Gorizia, l'Isonzo e l'Idria. In questa regione affiorano i calcari del triassico, del giurassico e del cretacico; la zona viene divisa in due parti dal solco carsico di Chiapovano, antico corso del fiume Isonzo, fra il fiume Idria e il Gargaro: l'Altipiano della Bainsizza e la Selva di Tarnova. Il primo si eleva oltre i 500 m ed è ricco di doline e di terra rossa. Venne conquistato dalla fanteria italiana nel corso della decima battaglia dell'Isonzo, nell'agosto 1917. La Selva di Tarnova ha un'altitudine media superiore ai mille metri ed è caratterizzata dalla presenza di faggi e abeti e da un'economia quasi esclusivamente forestale. Nel C. di Postumia si trovano le famose grotte di Postumia, una delle maggiori attrattive della regione con uno sviluppo complessivo di circa 22 km e famose per l'estrema varietà di concrezioni calcaree. Altra regione carsica è il C. Proprio che si estende dal corso del Timavo superiore, lungo la sella di Clana, il fiume Recina e il corso del Vipacco, giungendo sino al Golfo di Trieste. Questa regione rappresenta il secondo gradino delle pieghe occidentali carsiche e sui suoi fianchi si rintracciano calcari nummulitici dell'eocene. Il calcare di questa zona è estremamente più fessurizzato che nelle altre e la sua superficie è particolarmente brulla e caratterizzata dalla presenza di antichi corsi d'acqua abbondanti. Anche nel C. proprio abbondano le grotte; ricordiamo l'abisso Bertarelli, l'abisso Federico e la grotta di Trebiciano nei pressi di Trieste. La zona è inoltre ricca di un'abbondante idrografia sotterranea che dà luogo al risorgere delle acque nei pressi del mare. Nelle regioni carsiche la pioggia raggiunge valori relativamente elevati, con massimi in ottobre e minimi in febbraio. La flora consiste in una steppa di erbe xerofile; in queste regioni vengono a contatto la flora mediterranea, quella pannonica e quella dell'Europa centrale con presenza di boschi di faggio e di abete. La popolazione parla il dialetto friulano e, nel C. triestino, la lingua slovena. L'economia è a base agricola e pastorale; solo recentemente si è assistito al sorgere di alcune industrie che hanno progressivamente risollevato il tono economico della regione.