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Carlyle, Thomas.

Scrittore scozzese. Di famiglia povera, compì i suoi studi all'università di Edimburgo, dedicandosi particolarmente alla matematica. Insegnò, poi, per alcuni anni nelle scuole di Annan e di Kircaldy, perfezionandosi al tempo stesso nella lingua e nella letteratura tedesca. Nel 1826 sposò Jane Welsh, sua ex allieva. Disgustato dalla vita londinese, si ritirò con la moglie a Ciaigenputtock, dove visse sei anni (dal 1828 al 1834) in un vero e proprio eremitaggio. Fu in questo periodo che il genio dello scrittore assunse forme concrete con Sartor Resartus, una sorta di biografia rimasta famosa per il contenuto satirico rivolto contro ogni aspetto della vita sociale, la cui aspra forma polemica non incontrò però il favore del pubblico. Ne Gli eroi e il culto degli eroi espose la sua dottrina filosofica, secondo la quale solo agli eroi spetta il governo dei popoli. C. fu più poeta che pensatore, più oratore che poeta. Strenuo propugnatore dei valori umani, egli lottò senza sosta contro la menzogna e l'ipocrisia che dominavano in quel periodo la vita pubblica. Letterariamente potente e prepotente, per l'assolutezza e, spesso, l'ingiustizia delle sue tesi, C. creò una lingua e uno stile personalissimi, coloriti ed efficaci, anche se talvolta enfatici. Le rappresentazioni storiche sono splendide narrazioni dove, più che la fedeltà ai fatti, emerge la sua personalità fiera ed entusiasta nel sostenere idee e sentimenti personali. Tra le opere storiche che gli procurarono fama citiamo le biografie Lettere e discorsi di Oliver Cromwell e la Storia di Federico II. Opera ambiziosa è anche La rivoluzione francese, rievocazione più drammatica che storica degli episodi di quella rivoluzione, rappresentata con intenso realismo e con spirito ostile agli ideali democratici. Sembra che Carducci abbia avuto dalla lettura di quest'opera la prima ispirazione per i sonetti del Ça ira (Ecclefechan, Scozia 1795 - Londra 1881).