Scrittore scozzese. Di famiglia povera, compì i suoi
studi all'università di Edimburgo, dedicandosi particolarmente alla
matematica. Insegnò, poi, per alcuni anni nelle scuole di Annan e di
Kircaldy, perfezionandosi al tempo stesso nella lingua e nella letteratura
tedesca. Nel 1826 sposò Jane Welsh, sua ex allieva. Disgustato dalla vita
londinese, si ritirò con la moglie a Ciaigenputtock, dove visse sei anni
(dal 1828 al 1834) in un vero e proprio eremitaggio. Fu in questo periodo che il
genio dello scrittore assunse forme concrete con
Sartor Resartus, una
sorta di biografia rimasta famosa per il contenuto satirico rivolto contro ogni
aspetto della vita sociale, la cui aspra forma polemica non incontrò
però il favore del pubblico. Ne
Gli eroi e il culto degli eroi
espose la sua dottrina filosofica, secondo la quale solo agli eroi spetta il
governo dei popoli.
C. fu più poeta che pensatore, più
oratore che poeta. Strenuo propugnatore dei valori umani, egli lottò
senza sosta contro la menzogna e l'ipocrisia che dominavano in quel periodo la
vita pubblica. Letterariamente potente e prepotente, per l'assolutezza e,
spesso, l'ingiustizia delle sue tesi,
C. creò una lingua e uno
stile personalissimi, coloriti ed efficaci, anche se talvolta enfatici. Le
rappresentazioni storiche sono splendide narrazioni dove, più che la
fedeltà ai fatti, emerge la sua personalità fiera ed entusiasta
nel sostenere idee e sentimenti personali. Tra le opere storiche che gli
procurarono fama citiamo le biografie
Lettere e discorsi di Oliver
Cromwell e la
Storia di Federico II. Opera ambiziosa è anche
La rivoluzione francese, rievocazione più drammatica che storica
degli episodi di quella rivoluzione, rappresentata con intenso realismo e con
spirito ostile agli ideali democratici. Sembra che Carducci abbia avuto dalla
lettura di quest'opera la prima ispirazione per i sonetti del
Ça
ira (Ecclefechan, Scozia 1795 - Londra 1881).