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Carey, Henry Charles.

Economista statunitense. Portavoce della classe industriale americana e autore molto discusso, fu notevolmente condizionato nelle sue formulazioni dalle opinioni di suo padre, Matthew, che già si considerava il caposcuola di una corrente economica "nazionalista". C. concepiva gli Stati Uniti come un mondo a sé stante e formulò teorie di tipo protezionistico, sostenendo anche la necessità di armonizzare tra loro gli interessi agricoli, industriali e commerciali (economia bilanciata). Confutò la teoria della rendita fondiaria organica di Ricardo (secondo cui, ove esistano terre superiori al fabbisogno della popolazione, devono essere coltivate prima quelle più fertili per poi passare a quelle meno fertili, così che le prime fruiscano di una rendita differenziale rispetto alle terre successivamente messe a coltivazione). C., che aveva presente il continuo progresso americano, rifiutò la teoria ricardiana, osservando che in America, laddove si era passati dalla coltivazione dei terreni più vicini alla costa ai terreni dell'interno, le terre nelle quali erano stati investiti prima capitali e lavoro erano venute a trovarsi in una condizione economicamente meno favorevole rispetto alle nuove terre; ciò si doveva non solo alla maggiore fertilità di queste ultime, ma anche al fatto che, con il progresso, l'applicazione di capitale e lavoro avveniva seguendo metodi sempre più razionali e moderni, quindi economicamente più convenienti. Egli elaborò, inoltre, una teoria del valore basata sulla quantità di lavoro necessaria per riprodurre una data merce; tale quantità diminuisce rapidamente con il progresso tecnologico, perciò egli giunse alla conclusione, considerata profondamente sbagliata dai suoi critici, che la quota parte spettante al lavoratore dovesse aumentare nel corso di questo progresso. Opere principali: Principi di politica economica (1837-40), Principi di scienza sociale (1858-59), Il passato, il presente e il futuro (1848) (Filadelfia 1793-1879).